Il Partito del Vitalizio, l’unica vera maggioranza in Senato

Sopravvissuta alla crisi del Governo Letta, indenne al test del Governo Renzi, la XVII Legislatura sembra avviata a durare cinque anni. Conviene a molti, a partire dai 194 Senatori (61% del totale) che devono ancora maturare il vitalizio da parlamentare.

Quando la maggioranza vacilla e il Governo non ha più in numeri per andare avanti, può capitare che a ragionamenti esclusivamente politici ne subentrino altri di carattere più personale ed economico.

Come non ricordare la mozione di sfiducia del 14 dicembre 2010 al IV Governo Berlusconi, dove il non aver ancora raggiunto i cinque anni di mandato parlamentare, necessari per maturare il diritto alla pensione, influenzò il voto di alcuni Deputati.

 

Memori di quell’episodio, confermato poi da diversi protagonisti dell’epoca, per comprendere meglio le dinamiche parlamentari conviene sempre buttare un occhio su chi ancora deve maturare il vitalizio parlamentare.

Ma in Senato, dove i numeri per il Governo sono più risicati, di quanti parlamentari parliamo? Scopriamo quindi che il partito più grande è proprio quello di chi è ancora senza pensione, ben 194 su 320 (61%).

Il tutto è influenzato dall’entrata nello scenario parlamentare di tante facce nuove (39% dei Parlamentari al primo incarico pubblico), ma soprattuto di realtà politiche che al tempo delle elezioni del 2008 ancora non esistevano (Movimento 5 Stelle, Scelta Civica per l’Italia e Sinistra Ecologia e Libertà).

Guidano la classifica rispettivamente Movimento 5 Stelle (100%) e Gruppo Misto (86%). Ironicamente quindi, proprio chi avrebbe interesse politico a fare saltare il Governo, ha un interesse economico che punta in tutt’altra direzione.

Dalla sito del Senato, sezione dedicata al trattamento economico, apprendiamo:

“l’ex parlamentare ha diritto a ricevere la pensione a condizione di avere svolto il mandato parlamentare per almeno 5 anni e di aver compiuto 65 anni di età. Per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico è diminuito di un anno sino al minimo inderogabile di 60 anni”

Dal Bilancio del Senato evidenziamo che solamente nel 2012 lo Stato ha speso 76.750.000 euro per i vitalizi dei soli ex Senatori: 59 milioni sono andati alle pensioni dirette mentre oltre 17 per le pensioni di reversibilità.

La classifica dei “senza vitalizio” al Senato

Per approfondimenti: