La maggioranza inciampa al Senato. Per un solo voto.

L’8 giugno 2011 nella seduta 563 al Senato la maggioranza è stata battuta in due votazioni.
Una si riferiva all’emendamento n. 1.200 del senatore Malan del Popolo della Libertà relativo al DDL anticorruzione

Proponeva di istituire il Comitato di coordinamento delle iniziative anticorruzione presieduto da Presidente del Consiglio dei Ministri. La votazione è stata respinta per un solo voto.

E’ interessante analizzare quindi quali senatori della maggioranza abbiamo contribuito alla bocciatura dell’emendamento.
Nella maggioranza c’è stato infatti un senatore ribelle, che ha votato diversamente dal proprio gruppo di appartenenza.
Si tratta di Paolo Franco della Lega che ha espresso il suo voto contrario. Se il senatore si fosse uniformato al voto del suo gruppo parlamentare, l’emendamento sarebbe stato approvato.
E si che il sen. Franco risulta molto ligio agli ordini di scuderia della Lega: dall’inizio della legislatura infatti solo quattro volte su 4.636 ha votato diversamente dal proprio gruppo.
Una ribellione “pesante” in questo momento, visto che in ogni occasione si misura la tenuta della maggioranza.

Analizzando i dati della votazione, si nota inoltre che nella maggioranza ci sono stati 7 assenti e 24 senatori in missione (una sorta di assenza giustificata).
Tra gli assenti notiamo alcuni senatori che invece hanno complessivamente un’alta presenza al voto da inizio della legislatura: Roberto Centaro (93% di presenze), Piergiorgio Massidda (quasi l’83%) e Guido Possa (più del 97%).

Tutti i dettagli della votazione.

Nota bene dell’11 giugno
Molti organi di informazione hanno riportato erroneamente la notizia, riprendendo dei lanci di agenzia, che il risultato della votazione fosse stato 133 NO, 129 SI e 5 astenuti e per questa ragione l’emendamento era stato respinto.
In realtà il risultato è stato di 133 SI, 129 NO e 5 astenuti, come si può verificare dal verbale ufficiale della votazione (è la num. 4). Ma come, qualcuno si chiederà, ci sono stati più voti favorevoli e l’emendamento è stato respinto? Si, per il regolamento del Senato questo può accadare. Infatti la maggioranza necessaria per l’approvazione viene calcolata sul numero complessivo dei votanti.
In questo caso i votanti sono stati 267 e quindi la maggioranza necessaria era di 134 favorevoli. Essendo stati i favorevoli 133, l’emendamento è stato bocciato quindi per un solo voto.

4 pensieri su “La maggioranza inciampa al Senato. Per un solo voto.

  1. valt

    A me non risulta la differenza di un solo voto. Le fonti che ho ripreso, sono tutte concordi. Nella prima votazione – emendamento Malan – Reuters dà: 133 no, 129 sì e cinque astenuti. Nella seconda, 131 no, 129 sì e 4 astenuti.

    http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE75709K20110608

    Adnkronos riporta lo stessa differenza e credo sia stata la prima agenzia ad uscire, visto anche il taglio delle foto.

    http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Senato-il-governo-sotto-due-volte-in-Aula-Dalla-Lega-no-al-giuramento-sulla-Carta_312107251143.html

    E Libero-news riporta gli stessi numeri.

    http://www.libero-news.it/news/756904/Senato__esecutivo_va_sotto_due_volte_su_ddl_anti_corruzione.html

    e via così tutta la stampa. Cortesemente, fatemi sapere il perchè di questa incongruenza numerica. Ciao. val

  2. redazione

    Le informazioni riportate delle agenzie sono errate. Abbiamo scritto un nota bene alla fine del post con la spiegazione su come sono regolamentati i voti in Senato.

    Grazie per la segnalazione che ci conferma come a volte gli organi di informazione riportino notizie errate anche sui dati ufficiali.

  3. valt

    Quindi, per spezzare una lancia a favore delle agenzie di stampa – e non certo per tutte – sappiamo che la manipolazione dell’informazione è fin troppo praticata, si può dire che la fretta (chiamiamola così), ha giocato un brutto tiro anche ad un’agenzia come la Reuters che i numeri li ha dati bene. Sul meccanismo della votazione, invece, evidentemente non siamo di fronte a cronisti politici esperti, tant’è che i no vanno letti sì e viceversa. Mi ricorda molto i referendum dove si manipolano i quesiti ed una persona normale che direbbe no quando non vuole, deve invece rispondere Sì.

  4. corrado

    Chi ha assaporato il fumo della politica prodotto dall’arrosto dell’abbuffata dei partiti non può che restare indfifferente dinanzi alle altalene delle contrattualità legate alle votazioni.Ma adesso è anche rilevante il fumo inquinante di molti che si qualificano giornalisti e che utlizzano i canali di comunicazione di massa (tv, internet etc.) diversi dalla carta stampata per esprimere pericolose idee personali quali ad esempio quelle che mentre trattavano della spesa eccessiva per i professionisti dei partiti con seggio per parlamentare auspicavano un aumento di spesa per la retribuzione di sindaci e loro accoliti.Non capisco perchè deve essere dato spazio alle incompetenze che trascurano come siano lievitati i costi per gli enti locali a danno dei cittadini e non tengono conto che a livello locale , a parte le deleghe ai funzionari ,oggi strapagati come un segretario generale etc., in effetti i sindaci svolgono la loro attività lavorativa usuale avvantagiata dalla carica, ove progettisti potrebbero trovare spazio nell’interscambio etc.A mio avviso sono i partiti cfhe debbono mantenere i loro rappresentanti con il contributo degli iscritti. Solo gli indibententi debbono autofinanziarsi per il bene comune.Basta con giornalisti fasulli….

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