L’indice di attività parlamentare

L’Indice è ricavato prendendo in considerazione tutte le attività parlamentari di cui è possibile avere traccia e riscontro ufficiali.Combinando quindi il numero di atti prodotti dal singolo parlamentare con il peso specifico assegnato ad ognuno di essi si ottiene un indice che permette di confrontare la quantità di lavoro svolta da deputati e senatori.

Non sono presi in considerazione, per il momento, gli emendamenti presentati e i lavori nelle commissioni. Alcuni parlamentari, soprattutto quelli che fanno un grosso lavoro in commissione, ne potrebbero quindi uscire penalizzati.

Nelle valutazioni si è tenuto conto della differenza tra chi presenta l’atto (firmatario), chi associa ad esso la propria firma (cofirmatario) e chi ne è relatore. Ma anche dell’importanza politica dell’atto che in qualche modo è commisurata con il lavoro necessario per la sua produzione e gestione sino alla approvazione finale.
Per cui le interrogazioni hanno un coefficiente più basso della mozione – e ancora più basso del disegno di legge – perché per preparare e presentare l’interrogazione occorrono generalmente un tempo di elaborazione e un lavoro politico minori. Non per niente le interrogazioni sono gli gli atti di gran lunga più numerosi. All’interno di questi criteri poi il peso assegnato al singolo atto e le differenze tra atto e atto sono ovviamente opinalbili.

Ad ogni modo è bene sottolineare che la funzione dell’indice è quella di permettere graduatorie e confronti che però hanno valore esclusivamente quantitativo – e con i limiti sopra precisati – da cui quindi non sarebbe corretto trarre conclusioni sulla qualità politica del lavoro svolto dai singoli parlamentari. Si confronta di fatto solo il volume complessivo del lavoro parlamentare svolto dall’inizio della legislatura senza rivelare quelle attività spesso decisive che si svolgono nelle commissioni e nei corridoi parlamentari.

Per quanto riguarda i membri del Governo (Ministri e sottosegretari) l’indice prende in considerazione i soli atti cui hanno contribuito in qualità di membri di una delle due Camere.
C’e’ anche da considerare che chi ricopre incarichi istituzionali o di capogruppo per consuetudine presenta e firma un numero limitato di atti.

Nella tabella di sotto sono riportati tutti gli atti con l’indicazione del peso assegnato a ciascuno di essi.
Commenti e suggerimenti di modifica sono benvenuti.

Atto

Primo Firmatario

Co Firmatario

Relatore

Intervento in assemblea

Intervento in commissione

DDL

10

3

6

1

1

Mozione

6

2

non previsto

1

non previsto

Interpellanza

3

1

non previsto

1

non previsto

Interrogazione a risposta orale

3

1

non previsto

1

non previsto

Interrrogazione a risposta scritta

3

1

non previsto

1

non previsto

Interrogazione a risposta in commissione

3

1

non previsto

non previsto

1

Risoluzione in assemblea

5

2

non previsto

1

non previsto

Risoluzione in commissione

5

2

non previsto

non previsto

1

Risoluzione conclusiva

5

2

non previsto

1

non previsto

ODG assemblea

4

2

non previsto

1

non previsto

ODG Commissione

4

2

non previsto

non previsto

1

19 pensieri su “L’indice di attività parlamentare

  1. Giovanni CORDA

    In coda al primo commento, consiglio di vedere il sito http://www.epvote.eu/ , dove monitorare l’attività degli europarlamentari. Il tono vagamente “garantista” mi pare però poco giustificato, cara Sig.ra/Sig.na Lacidogna. Ha letto “La Casta”? Va a fare la spesa di persona? Ha un lavoro “normale” (non una consulenza a base di giri di parole da centinaia di migliaia di Euro a botta)? Ha dei figli che studiano? Ha avuto bisogno della Sanità? Insomma: vive nell’Italia reale? O nel surreale empireo dei nostri strapagati e straprevilegiati parlamentari (i più pagati d’Europa, nel Paese con gli stipendi più bassi d’Europa)?
    Senza rancore…

  2. Nicola

    Secondo me la tabella è da rivedere. Com’è possibile che un’interrogazione presentata come primo firmatario (dietro a cui quindi ci sta del lavoro) valga come la firma ad un ddl di un altro parlamentare? Forse non tutti sanno cosa significa essere cofirmatario di un ddl. Esempio: un parlamentare prepara un disegno di legge (o proposta di legge, come si chiama alla Camera), di cui quindi è primo firmatario; lo invia via e-mail a tutti i colleghi; chi vuole essere cofirmatario risponde “Aderisco” o compila un apposito modulo di adesione e lo lascia in casella al collega primo firmatario. Non è una gran fatica! Per questo, mi pare che si sia dato troppo valore agli atti firmati come cofirmatario.
    Non è possibile che due firme ad un atto di un terzo valgano come l’attività di un relatore, assai complessa e delicata.

    Io propongo uno scheda del genere
    (primo firmatario / cofirmatario / relatore):
    DDL: 12 / 2 / 8
    Mozione: 8 / 2
    Interpellanza: 6 / 1
    Interrogazione: 5 / 1
    Risoluzione: 8 / 2
    ODG: 5 / 1

    Che ne dite?

  3. Petzi Bear

    Mi pare un inizio. Limitato, come ogni inizio, ma perfezionabile. Credo che saranno in pochi a fornire contributi utili. E’ più facile commentare (proprio come io adesso..) che proporre alternative. In un settore come quello della politica parlamentare è difficile stabilire indicatori di qualità. Questa mi pare la parola chiave. E fornirei anche alcuni piccoli esempi delle differenze tra le diverse iniziative quali in DDL (disegno di legge),la mozione o l’interpellanza relative ad una sola problematica e spiegandone il percorso, dalla nascita alla presentazione. In questo modo potrebbero anche essere riconsiderati i singoli punteggi. Un esempio: ho la sensazione che ad un disegno di legge collabori molte più persone ed istituzioni (sindacali, universitarie, politiche etc..) che non per gli altri strumenti. Scomponiamo i passaggi e vediamo di ridurre il tutto ad una unità elementare (quale: contatto personale, riunione, convegno etc..)su cui calcolare poi le complessità. Scusandomi per la confusione, involontaria.

  4. Alessandro CARREGA

    Condivido la considerazione di silvia lacidogna, non basta una media ponderata sul numero di firme per definire l’attività parlamentare.

  5. Dario SOLARI

    I numeri non sono oro che cola, ma tengono comunque conto dei fatti. Li reputo indispensabili.
    Non condivido la posizione di Silvia Lacidogna, quando parla sui modi di seguire un deputato ed il suo lavoro.
    Quanto tempo hanno i cittadini italiani per questa attività, tra lavoro, famiglia, ecc…?
    Dovrebbero essere le istituzioni a promuovere questo genere di informazione. Non a caso, se non sbaglio, l’e-democracy rientra tra i piani quadro di finanziamento dell’UE.
    Mi stupisco invece che nessuno dei principali giornali italiani abbia dato notizia di uno strumento come questo.
    O almeno non ne ho trovato notizia su google news…

  6. aldo

    Anche se ci sarà in futuro di ponderare meglio le attribuzioni dei vari “pesi” ai provvedimenti proposti, di sicuro il servizio reso è OTTIMO.

    Continuate cosi, magari migliorandovi.

    l’attività di ogni parlamentare deve essere comunicata alla gente , che poi sono gli elettori cioè i datori di lavoro .

    La trasparenza non è mai troppa.
    aldo b.

  7. giovanni

    leggo con attenzione ma scusate se non capisco, come posso valutare 6 un relatore, sapete che il relatore è solitamente parlamentare di maggioranza??? e quindi i parlamentari di minoranza??? sono penalizzati in partenza…
    ci sono parlamentari che decidono di non fare troppe proposte di legge o ddl perchè preferiscono intervenire attraverso emendamenti nei vari provvedimenti. Ci sono Deputati che fanno un gran lavoro, poi per motivi dettati da opportunità politica o addirittura da regolamento parlamentare si preferisce far firmare al Segretario o al Capogruppo.
    State attenti perchè non è giusto mettere in difficolta un parlamentare nei confronti dei propri elettori dato che la vostra classifica viene pubblicata nei giornali locali. O non ho ben capito come fate l’indice o io non so fare i conti….e questo può essere, ma io ho provato a prendere l’indice di un parlamentare e con i miei calcoli l’indice era molto più alto…. Saluti

  8. marco

    Mi sembra molto sbagliato attribuire lo stesso voto per un intervento in commissione o in assemblea.
    L’intervento in assemblea viene preparato, a volte con molta cura. In commissione invece gli interventi sono sempre a braccio e molto meno formali.

  9. paolo

    Ritengo poco valutati gli interventi in assemblea, ad esempio le dichiarazioni di voto sono importanti, o comunque altri interventi in discussione. ci sono infatti parlamentari che fanno magari preparare dagli uffici tanti PDL che non verranno mai discussi e rimarranno lettera morta e questi gli vengono valutati 10 punti mentre parlamentari che si preparano e partecipano spesso alla discussione in aula (dove se parli devi essere preparato per forza) sono sottovalutati dal vostro punteggio.
    Altro aspetto negativo è il non considerare bene il lavoro in commissione, magari come relatore. Quando un parlamentare deve parlare deve per forza essere preparato ed applicarsi e questo aspetto dovrebbe essere documentato, mentre gli atti scritti magari solo per far numero, magari da qualche funzionario, dovrebbero valere di meno.

    Le missioni poi sono comunque lavoro, non svolto in aula ma in una sede diversa, ma è pur sempre un impegno parlamentare e quindi bisognerebbe considerare il dato dell’assenza (cioè quando non è ne in aula ne in missione) come significativo. Un conto è un parlamentare col 70% di presenze ed il 29% di missioni con assenza del 1% un altro conto è un parlamentare col 70% di presenza e con tutto il restante 30% di assenza senza missioni, in questo caso il primo è comunque uno che si impegna il secondo è scansafatiche.

  10. Studente con poche speranze

    Da ateo politico e molto ignorante in questo campo dico solamente che mi fa riflettere tanto il fatto che la media dei deputati sull’indice di attività è tristemente 1,32 su 10…Considerando tutti gli aspetti negativi di questa votazione e migliorandoli a quanto salirebbe la media? Sono sicuro che non arriverebbe al fatidico “6 politico” e anche se ci arrivasse da cittadino italiano dico che non mi è sufficiente. Se avessi una votazione del genere nel mio lavoro, il mio datore mi avrebbe sicuramente cacciato. Nell’Italia reale le insufficienze non sono accettate, nella minoranza altolocata mantenuta dalla povera gente si…c’è qualcosa che mi sfugge…

  11. Marco_fr

    @Studente_con_poche_speranze credo che tu abbia male interpretato l’indice…

    l

  12. Marco_fr

    @Studente_con_poche_speranze: temo che tu abbia male interpretato l’indice — — L’indice misura l’attività RELATIVA dei parlamentari, non quella ASSOLUTA!!! — — L’indice funziona così: con la tabella in alto si calcola un punteggio per ogni parlamentare, poi si prende il parlamentare con il maggiore punteggio e quello prende automaticamente voto 10. — — L’indice di attività è quindi misura di quanto un parlamentare sia “attivo” rispetto a quel parlamentare “più attivo”. — — Ad esempio: stando alla tabella in alto al momento in cui scrivo il punteggio più alto è quello dell’On. Gabriella Carlucci (circa 3650 punti – indice di attività: 10, appunto), l’On. Angelo Zucchi invece ha un punteggio di circa 730 che è esattamente un quinto del punteggio dell’On.Gabriella Carlucci e infatti ha come indice: 2 che, inutile specificarlo, è esattamente un quinto di 10, punteggio massimo. — — il voto medio troppo basso dei parlamentari non è quindi dovuto ad una scarsa partecipazione alla vita democratica, quanto all’eccessiva partecipazione dell’On. Carlucci cofirmataria di oltre 800 DDL (!)… questo dato (quantomeno curioso) rende impossibile praticamente a tutti i parlamentari di raggiungere un indice di attività superiore a 5-6, in quanto dovrebbero raggiungere un punteggio pari alla metà di quello dell’On. Carlucci.

  13. marco zacchera

    Sono un deputato, uno della “Casta” che ha il viziaccio di lavorare (10° assoluto nella scorsa legislatura) e trovo sostanziali coerenza nei dati indicati. Putroppo non si può tener conto in una statistica del lavoro che poi il deputato svolge effettivamente sul proprio territorio (dove magari segue anche altri incarichi locali) e dei problemi logistici che condizionano per le distanze tra la residenza e la capitale. Per me (oltre 10 ore la settimana di viaggio – se tutto va bene – per A/R Roma) significa un giorno di lavoro “perso” mentre il collega romano può tranquillamente riposarsi..
    marco zacchera (PDL)

  14. Alek

    Vi prego di guardare chi sono i senatori più assenteisti…ma vi pare ancora possibile? cosa ci fanno ancora in carica? Gruppo misto e UDC-SVP, sono in sette, in senato non ci sono mai e prendono i soldi di tutti noi da una vita, la loro e la nostra!

  15. sonia

    volevo fare una puntualizzazione al deputato che ha in viziaccio di lavorare. Per quello che riguarda la doppia-tripla attività con incarichi locali in contemporanea a quelli parlamentari io ribadisco che è assolutamente VERGOGNOSO. Ci sono cittadini disoccupati con tanto di lauree, master e dottorati senza lavoro e i nostri parlamentari hanno oltre al loro stipendio anche i vari gettoni di presenza, consulenze, incarichi nelle amministrazioni locali.Lo sa quanti disoccupati avrebbero il viziaccio di lavorare come e più di lei?

  16. massimo

    mi permetto di far notare che il punteggio previsto per il relatore a ddl è inopportuno in quanto i relatori sono solo di maggioranza…..è prevista la possibilità per la minoranza di nominare un relatore ma lo si fa per prassi solo in casi del tutto eccezionali. andrebbe pertanto tolta perchè non mette nella stessa condizione i parlamentari di maggioranza e di opposizione. mentre per il lavoro in commissione andrebbe dato un punteggio, anche minimo, per l’intervento a verbale in seduta visto che la presenza non si può monitorare.

  17. Elena

    Come viene correttamente esposto nella nota, nell’indice di attività, oltre a mancare gli emendamenti che a mio avviso costituiscono la parte essenziale dell’attività che poi va effettvamente in porto con una votazione (diversamente dai ddl, che restano al 98% nel cassetto) sembra un po’ penalizzata l’attività in commissione, a fronte di una certa ipertrofia di interrogazioni.
    Non mi è chiaro perchè si computi un odg in Assemblea e non un emendamento in Assemblea, visto il diverso peso specifico tra i due atti : uno di mero indirizzo, l’altro di valenza legislativa.
    Spero che si possa presto correggere questo profilo, dal momento che le banche dati del Senato già consentono la ricerca per emendamenti seguendo questo link : http://www.senato.it/include/ricerche/elenco-ricerche.htm

  18. redazione

    Grazie a tutti per i commenti e suggerimenti.

    Dopo una lunga gestazione, siamo ormai prossimi a sfornare la versione 2 dell’Indice di Attività Parlamentare che è talmente più raffinato e completo, e un tantino complicato, che merita anche un nome diverso che pensiamo possa essere Indice di Produttività Parlamentare. Perché, mentre l’Indice attuale calcola solo la “quantità” del lavoro, il nuovo, raccogliendo lo stimolo venuto dai parlamentari stessi, intende valutare anche l’efficacia dell’azione del parlamentare.
    Quindi un Disegno di Legge che sia solo presentato vale quasi 0, per l’esattezza 0,08, ma acquista punti, e perciò peso, se riceve il consenso di altri parlamentari, di più se i parlamentari sono di altri gruppi o dell’altro schieramento. Soprattutto l’atto acquista valore se va avanti nella catena di montaggio del Parlamento, sino a uscirne fuori come un prodotto finito, ossia Legge, nel caso del ddl. Perciò se un progetto di legge alla presentazione vale 0,08, al termine dell’iter, finita e impacchettata la legge, vale massimo 80, 1000 volte di più! Valutiamo a questo scopo pressoché tutto il valutabile. Il ruolo che svolge il parlamentare nella produzione dell’atto (Primo firmatario, relatore, cofirmatario), gli emendamenti, gli interventi, i voti. Soppesiamo in maniera diversa l’appartenenza del parlamentare alla maggioranza o all’opposizione (il doppio). Calcoliamo, ovvio, non solo i disegni di legge, ma tutti gli altri atti parlamentari, mozioni. interrogazioni, ordini del giorno, etc. Distinguiamo pure il peso “oggettivamente” diverso tra la leggina, per dire, che istituisce la giornata nazionale della ‘nduja dal bilancio dello stato, il rapporto massimo è di 3 a 1.
    Insomma se calcolate che in Parlamento giacciono circa 6500 disegni di legge e circa 34.000 tra interrogazioni e altri atti non legislativi, e che solo un’esigua minoranza di questi vengono effettivamente discussi e “lavorati” nelle aule parlamentari, e ancora meno giungono alla fine del loro iter, capirete che, nel valutare l’attività del parlamento, bisogna poter distinguere chi produce centinaia di atti, col solo scopo di segnalare il proprio interesse a clientele e gruppi di riferimento, da chi, magari, fa solo poche cose, ma ad esse vi si dedica fino in fondo perché vadano in porto. La si potrebbe chiamare efficacia, efficienza, coerenza, rispetto del proprio ruolo, delle istituzioni e dei cittadini che vengono rappresentati? Noi la chiamiamo, in maniera nemo “valoriale”, produttività. Senza entrare poi nel merito della qualità di quello che viene prodotto, e quindi lasciando a ciascuno il giudizio sul fatto che una legge sia buona o cattiva, pensiamo che i nostri indici siano più utili se oltre a dire chi va in parlamento e chi no, raccontino anche le differenze tra il nominato che ci va solo per votare, chi per intasare gli uffici di scartoffie inutili e chi, invece, va in Parlamento per fare le cose in cui crede. Indici che indichino, a chi lo vuol sapere, come i rappresentanti interpretino il loro ruolo e a vantaggio di quali interessi.
    Pubblicheremo i nuovi Indici di openparlamento, e le classifiche relative, ad inizio 2011, insieme al nuovo rapporto Camere aperte.

  19. marco

    non ho capito la differenziazione in futuro tra l’essere in maggioranza o all’opposizione: chi è in maggioranza interviene di meno, chi è all’opposizione prende la parola su mille emendamenti (di solito “inutili” o bocciati) e risulta così più attivo? Insomma, chi ci perde e chi ci guadagna?

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