Tracciare le presenze dei parlamentari in commissione, qualcosa si muove

Con un ordine del giorno al bilancio interno della camera, l’On. Mazziotti propone la pubblicazione delle presenze dei deputati ai lavori di giunte e commissioni. Un’azione dal basso costo che contribuirebbe ad avere un parlamento più trasparente.

Nonostante possa sembrare molto semplice, in realtà il sistema delle presenze e assenze in parlamento è caratterizzato da numerose sfumature. Proprio per questo motivo avevamo dedicato un numero di inTema alla materia, nel tentativo di raccontare il funzionamento dei lavori parlamentari e di evidenziare le tante zone d’ombra della questione.

Come raccontato, nel nostro parlamento esiste un sistema di decurtazioni per limitare il fenomeno dell’assenteismo. Oltre allo stipendio (di circa 5.000 euro mensili) deputati e senatori ricevono una diaria (un titolo di rimborso delle spese per il soggiorno a Roma) che ammonta a circa 3.500 euro al mese. Alla diaria viene applicata una decurtazione (di circa 206 euro alla camera) per ogni giorno di assenza alle sedute dell’aula in cui si svolgono votazioni con il procedimento elettronico, e questo è un dettaglio fondamentale. Per essere considerati presenti basta partecipare al 30% delle votazioni nel corso della giornata.

Per quanto ci sia una mancanza completa di trasparenza su come queste regole siano implementate, il funzionamento delle decurtazioni per le assenze in aula è quantomeno chiaro e pubblico. Più complesso invece il discorso per i lavori di giunte e commissioni parlamentari, dove le votazioni elettroniche non sono la prassi e dove è quindi impossibile monitorare le presenze dei parlamentari.

In seguito a una deliberazione dell’ufficio di presidenza dell’ottobre 2011 è stato deciso che per quanto riguarda le decurtazioni in commissione, le presenze sarebbero state tracciate sulle giornate, e non sulle singole votazioni. Al momento la rilevazione della presenza in commissione o giunta viene quindi effettuata una sola volta, anche nel caso in cui nella medesima giornata abbiano luogo sedute di più organi di cui il parlamentare è membro, anche in orari diversi. Vengono decurtati 300 euro al mese a chi non partecipa al 50% delle giornate di seduta, e 500 euro per chi supera la soglia dell’80%. 

Proprio questa delibera è stata al centro di un ordine del giorno presentato dal deputato di Civici e innovatori Andrea Mazziotti (attuale presidente della commissione affari costituzionali). Lo spunto è chiaro: perché non sfruttare il tracciamento che viene fatto per le decurtazioni alla diaria per rendere pubbliche le presenze e assenze dei parlamentari ai lavori delle commissioni? Un’idea semplice e a costo zero che renderebbe più facile monitorare l’attività parlamentare di deputati e senatori.

Il sistema ha dei chiari limiti: monitorare le presenze una sola volta al giorno rischia di fornire un’informazione sbagliata e falsa, e sarebbe quindi meglio tracciarle sulle singole votazioni o quantomeno sulle singole sedute. Ciò nonostante avere questo tipo di dato rappresenterebbe comunque un inizio. Il principio di pubblicità delle sedute parlamentari è sancito dalla costituzione (articolo 64), ma sono ancora troppo poche le informazioni pubbliche sui lavori di giunte e commissioni. L’ordine del giorno Mazziotti al bilancio interno della camera può essere l’inizio di un processo che, anche grazie all’imminente discussione sulla riforma dei regolamenti di camera e senato, deve portare a un parlamento più aperto e trasparente.

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