Cosa cambia con la legge per l’equilibrio di genere nei cda

La cosiddetta Golfo-Mosca ha introdotto obblighi precisi per le società quotate. Per ora i risultati sono evidenti e ai rinnovi degli organi sociali in totale è stata superata anche la quota minima di amministratrici. Ma la norma ha una data di scadenza: al massimo avrà effetti fino al 2023.

Il numero di amministratrici comincia a salire in modo consistente a partire dal 2012, cioè a partire dall’applicazione della cosiddetta legge Golfo-Mosca, che per intervenire su una situazione da sempre fortemente sbilanciata a sfavore delle donne ha introdotto obblighi precisi per le società quotate. Da agosto 2012, cioè a un anno dall’entrata in vigore della legge 120/2011, queste società sono state vincolate a prevedere nei propri statuti disposizioni per garantire l’equilibrio di genere negli organi di amministrazione e di controllo, da applicare al primo rinnovo di questi organi e per tre mandati consecutivi. Una norma che prevede una data di scadenza, dunque – per le società i cui organi sociali restano in carica 3 anni e che li hanno rinnovati per la prima volta dopo la legge nel 2014 si arriverà al massimo al 2023.

Il principio è quello di introdurre azioni positive per il tempo ritenuto sufficiente a generare un cambiamento culturale. Si vedrà se davvero le novità intervenute in forza di legge si radicheranno nella società e saranno in grado di mantenersi anche senza prescrizioni “dall’alto”. Intanto possiamo dire che l’andamento intrapreso risulta abbastanza veloce: ai rinnovi degli organi sociali già avvenuti, nel complesso si è superata la soglia minima di amministratrici richiesta dalla legge .

La norma prevede che al primo rinnovo degli organi sociali debba essere inserito almeno un quinto dei membri del sesso meno rappresentato, quota che deve essere di almeno un terzo al secondo e terzo rinnovo. Sono 140 le aziende che hanno già applicato la legge per il primo rinnovo, e già in questa prima fase le amministratrici sono arrivate al 27%, superando la soglia minima imposta dalla legge. Il secondo rinnovo è avvenuto in 68 società e qui la quota di amministratrici è arrivata al 36,9%, superando il 33 della norma. Nelle 8 società arrivate già al terzo rinnovo la quota di donne nominate è del 35,4%.

La quota di amministratrici è destinata a salire poiché la maggior parte delle aziende ha rinnovato una sola volta gli organi sociali e avrà obblighi maggiori ai successivi rinnovi.

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