Se gli Usa aprono la via dei tagli alla cooperazione internazionale

Gli impegni ufficiali dei paesi Ocse dovrebbero portare ad aumentare le cifre per l’aiuto pubblico allo sviluppo. Ma la maggiore potenza mondiale ha annunciato di aumentare le spese militari tagliando per lo più le risorse destinate ai programmi per lo sviluppo.

L’amministrazione Trump ha annunciato un aumento di 54 miliardi di dollari a favore delle spese militari, da reperire tagliando ad altre voci di spesa. E tra i principali capitoli di bilancio su cui cadrà la scure potrebbe esserci la cooperazione internazionale. La presentazione del budget ufficiale è prevista per i prossimi giorni, ma nel frattempo si sono rincorse diverse voci sul proposito di spostare una fetta importante del budget americano a favore del riarmo, a spese per lo più di diversi programmi internazionali.

Secondo le dichiarazioni, infatti, l’incremento di risorse da destinare alla spesa militare non sarà un’ulteriore fonte di spesa, quanto uno spostamento da altre voci di bilancio, tra cui la cooperazione internazionale. Si temono dunque tempi bui per il settore della cooperazione e da più parti è stata espressa forte preoccupazione per un taglio che potrebbe essere del 37% a tutto il settore diplomatico e degli aiuti umanitari.

Le intenzioni sono ribadite sui siti istituzionali, dove si legge dello sforzo intrapreso per il 2017 di ricostruire il settore militare, così come da intenti programmatici.

Sul sito dell’Usaid (U.S. Agency for International Development), l’agenzia statunitense dedicata allo sviluppo internazionale, sono pubblicate le relazioni con le richieste di spesa annuali inviate al congresso. E per il 2017 la proposta di spesa complessiva è di oltre 50 miliardi di dollari, di cui circa 35 miliardi dovrebbero essere destinati ai programmi di cooperazione internazionale. Ma si tratta appunto di una richiesta, riferita all’anno in corso e presentata quando alla presidenza degli Stati Uniti c’era ancora Obama.

Gli Stati Uniti sono i maggiori donatori mondiali in termini assoluti, lo abbiamo visto nel MiniDossier Cooperazione Italia, in cui sono stati analizzati dati, tendenze e impegni ufficiali dell’aiuto pubblico allo sviluppo italiano e internazionale . Gli Usa tuttavia non sono il paese più generoso, e questo emerge mettendo in relazione la cifra devoluta e il livello di ricchezza nazionale. Ma nonostante ciò si tratta comunque della cifra più alta in assoluto destinata a programmi a favore dello sviluppo economico e della cooperazione internazionale.

I dati Ocse mostrano infatti che nel 2015 gli Stati Uniti hanno destinato all’aiuto pubblico allo sviluppo oltre 31 miliardi di dollari, circa 28 miliardi di euro. A paragone con altri paesi, gli Usa risultano dunque il paese che destina all’aps la cifra più consistente. Basta pensare che al secondo posto si trova la Gran Bretagna, che però nel 2016 ha destinato una cifra che non arriva ai 17 miliardi di euro.

Dalla prima posizione occupata nella classifica delle risorse in termini assoluti, gli Usa scivolano però dritti alla 22esima se questa cifra viene messa in relazione con il volume della ricchezza nazionale. Nel rapporto rispetto al reddito nazionale lordo infatti risultano ai primi posti la Svezia, che per il 2015 ha destinato in aps l’1,41% del proprio rnl, e gli Emirati Arabi Uniti, il cui rapporto aps/rnl è di 1,09%. L’Italia nella classifica delle cifre assolute è al 12esimo posto, mentre per proporzione rispetto all’rnl passa al 21esimo posto: giusto una posizione sopra gli Usa.

I tagli annunciati andrebbero a smentire gli impegni di crescita delle risorse assunti da tutti i paesi Ocse, Usa compresi . Ed è inevitabile temere che una simile impostazione possa influenzare le politiche di spesa pubblica anche di paesi per i prossimi anni.

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