Quando per applicare una legge servono decine di ministeri

Il compito di adottare i decreti attuativi necessari per la piena implementazione delle leggi spetta a vari ministeri e agenzie. Spesso le norme più complesse richiedono l’intervento di numerosi attori extra-parlamentari. Vediamo i 15 testi su cui sono intervenuti almeno 8 dicasteri.
L’attuazione delle leggi spesso richiede l’intervento di molte istituzioni pubbliche, per lo più ministeri e agenzie. I decreti attuativi di 15 leggi fra quelle approvate da Monti, Letta e Renzi sono stati emanati da almeno 8 diversi soggetti istituzionali. Il record è della legge di stabilità 2015 (governo Renzi) i cui 63 provvedimenti attuativi sono stati promulgati da 15 diversi attori extraparlamentari. Per altre 4 normative se ne contano 13: decreto del fare (governo Letta), spending review II (governo Monti), legge di stabilità 2016 (governi Renzi), e il semplifica Italia (governo Monti). Tutti questi provvedimenti si possono classificare come omnibus in quanto toccano diversi settori e temi, ed è quindi naturale il coinvolgimento di numerose istituzioni.

Un altro modo di guardare la questione è quello di raggruppare i testi per tipologia. Le ultime 5 leggi di stabilità (dal 2013 al 2017) hanno richiesto in tutto 425 provvedimenti attuativi, una media di 85 ciascuna. Un lavoro che è ricaduto su una dozzina di attori extra-parlamentari, dai ministeri alle agenzie pubbliche. Discorso analogo per i tanti provvedimenti “simbolo” degli ultimi tre esecutivi. Salva Italia (Monti), destinazione Italia (Letta), sblocca Italia (Renzi) hanno totalizzato una media di 42,6 decreti attuativi ciascuno, con una ricaduta su circa 8 soggetti extra-parlamentari.

Il coinvolgimento di tanti attori extra parlamentari, per quanto necessario per la natura degli atti, rende più complesso sia applicare appieno le norme sia monitorare questa fase delicata.

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