Quando i decreti attuativi hanno una “data di scadenza”

A volte l’adozione dei dettagli operativi può richiedere anni o persino decenni e alcune delle norme più importanti degli ultimi governi sono ancora da completare. Ma molti provvedimenti attuativi prevedono un termine temporale entro cui essere emanati.

Il percorso per la piena applicazione delle leggi è molto lungo. Come segnalava l’allora ministro Piero Giarda nel report pubblicato dal governo Monti a inizio 2013, due dei 254 provvedimenti attuativi adottati nel 2012 risalivano a leggi approvate dal primo governo Prodi addirittura 15 anni prima.

Non tutti i provvedimenti attuativi possono aspettare 15 anni, molti scadono lasciando leggi incomplete. Fra i provvedimenti chiave dei governi Monti e Letta rimangono ancora 71 decreti attuativi da realizzare, di cui il 45% ha ormai superato la data stabilita come termine ultimo per l’adozione dei dettagli operativi, diminuendo le possibilità che vengano emanati. I decreti attuativi non adottati infatti possono essere: con termine scaduto, senza termine di scadenza, o non scaduti.

Questa informazione, circoscritta ad alcune delle leggi più importanti, evidenzia degli elementi significativi. Per questo ristretto gruppo di leggi infatti la maggior parte dei decreti ancora in sospeso ha superato la data ultima prevista per l’adozione. L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e il decreto lavoro (entrambi risalenti governo Letta) hanno un’alta probabilità di rimanere incompleti in quanto il 100% dei provvedimenti ancora da adottare è scaduto nei termini.

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