Quante sono le leggi rimaste incomplete

Dei testi approvati dai governi Monti, Letta e Renzi e che rinviavano all’adozione di decreti attuativi, il 65,64% è rimasto tronco. Alcune leggi aspettano anni prima di vedere adottati i provvedimenti necessari per essere applicate, altre rimangono ferme per sempre.

La piena applicazione delle norme comporta un percorso complesso, che prevede passaggi e tempi aggiuntivi a quelli della politica in senso stretto. È dunque interessante analizzare anche questa seconda parte: come procede l’attuazione dei testi approvati dal parlamento?

Si può rispondere a questa domanda da diversi punti di vista, tutti ugualmente importanti. Innanzi tutto si può considerare la completezza dell’azione legislativa. Cioè andare a vedere quanti atti sono stati poi completati con i decreti attuativi di cui necessitavano. Per prassi ogni governo impiega i primi mesi in carica per smaltire quanto ereditato dalle amministrazioni precedenti. «Bisogna però ricordare – ha sottolineato l’ex ministro Piero Giarda nel report di monitoraggio del governo Monti nel febbraio del 2013 – che le leggi delle maggioranze politiche di ieri rincorrono quelle delle maggioranze politiche di oggi; […] una regola etica implicita, per la quale le leggi di ieri fatte da una maggioranza politica diversa da quella di oggi non sono, astrattamente, né meglio né peggio delle leggi di oggi. Sono in vita da più tempo e meritano di essere accudite prima delle leggi nuove».

Delle 227 leggi che rinviano a provvedimenti attuativi e risalenti ai governi Monti, Letta e Renzi, 78 sono state poi completate con l’adozione di tutti i decreti previsti. Invece 149 risultano tronche, il 65,64% del totale. Essendo i più recenti, gli atti del governo Renzi sono quelli maggiormente incompleti: l’80%. Quelli del governo Monti hanno la percentuale più alta di completezza, il 58,46%, un risultato raggiunto anche grazie al lavoro di attuazione realizzato dai governi Letta e Renzi.

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