Sui decreti attuativi mancano dati omogenei e formati aperti

Da alcuni anni palazzo Chigi pubblica preziosi report periodici sullo stato di adozione dei provvedimenti attuativi. Ma le criticità e le lacune sono ancora molte. A cominciare dalla completezza delle informazioni, diffuse nei soliti pdf che rendono il lavoro di analisi difficile in partenza. 

Il lavoro di analisi del MiniDossier “Il secondo tempo delle leggi” è stato possibile grazie ai report dell’ufficio per il programma di governo della presidenza del consiglio dei ministri. L’ufficio, istituito il 13 aprile 2012, è una struttura di supporto nell’area funzionale della programmazione strategica, del monitoraggio e dell’attuazione delle politiche governative. Durante il governo Monti il ministro Dino Piero Giarda ha introdotto le prime relazioni sullo stato di attuazione dei provvedimenti dell’esecutivo. Con il governo Renzi questi report sono diventati periodici, con cadenza mensile o bimensile.

Tutti i dati analizzati provengono dai report periodici sul programma e dalle tabelle dei provvedimenti attuativi adottati dal governo Monti in poi. Queste pubblicazioni, per quanto preziose, devono però essere considerate solo un punto di partenza, in quanto attualmente risultano limitate rispetto alla complessità della materia. I problemi riguardano la natura e il formato dei contenuti diffusi.

Per migliorare il servizio chiediamo la piena apertura dei dati a disposizione. Per ogni legge approvata dal parlamento e per ogni decreto legislativo emanato dal consiglio dei ministri sarebbe necessario pubblicare tabelle contenenti le seguenti informazioni: numero di provvedimenti attuativi previsti, ministeri coinvolti, norme specifiche da attuare (con riferimento ad articoli e commi del testo) e scadenza per l’adozione. Inoltre questo tipo di informazione dovrebbe essere reso disponibile in formato aperto, per permettere un effettivo monitoraggio da parte dei cittadini e una migliore analisi da parte di giornalisti e studiosi della materia.

Allo stato attuale, i report periodici non permettono il confronto fra i diversi governi poiché le informazioni rilasciate non sono sempre le stesse. Infatti si trovano elaborazioni diverse per gli esecutivi Monti, Letta e Renzi, i tre che si sono susseguiti da quando questi dati vengono diffusi.

Per esempio per i governi Monti e Letta è disponibile la suddivisione per scadenze dei provvedimenti ancora da adottare, un’informazione invece assente per il governo Renzi. Inoltre vengono forniti molti dettagli sui decreti attuativi adottati – ministero proponente, fonte del provvedimento, articoli e commi e oggetto della norma – ma lo stesso non avviene per quelli non ancora adottati. I dati sono inoltre diffusi in pdf, come spesso avviene per i report ministeriali, e non in formati aperti e riutilizzabili. Questo è un dettaglio cruciale perché in questo modo si rende molto complicato usare e analizzare le tabelle ufficiali.

L’uniformità dei dati e il loro formato sono limiti strutturali della base dati usata che hanno reso impossibile analizzare alcuni aspetti in maniera completa.

Per approfondire: