Quanto costa mantenere l’amministrazione comunale

Ogni ente locale sostiene spese per mantenere uffici che ne garantiscono il funzionamento: dagli organi istituzionali a quelli per il personale. Un costo che può variare molto da città a città. Nel 2014 Napoli e Venezia hanno speso oltre 600 euro per ogni abitante, Firenze e Bari meno della metà.

Tra i costi che ogni comune deve sostenere ci sono le spese per le strutture che svolgono le funzioni amministrative dell’ente. Le loro attività principali non sono tanto i servizi all’utenza, quanto organizzare e far funzionare l’ente stesso.

In altri termini, si tratta delle spese di amministrazione. Vi rientrano i costi degli uffici che si occupano di attività interne, come la segreteria generale, l’ufficio risorse umane, il servizio statistico e l’anagrafe comunale. Anche tutti gli uffici impiegati nella gestione e nella programmazione economico-finanziaria vengono conteggiati all’interno delle spese di amministrazione. Per esempio il servizio di tesoreria e quelli relativi al controllo di gestione, al coordinamento delle entrate tributarie e dei servizi fiscali; alla gestione dei beni demaniali e patrimoniali.

Inoltre ci sono gli uffici per gli organi politici, ovvero tutte le spese che il comune sostiene per il funzionamento del consiglio e della giunta comunale, tra cui le indennità e i gettoni di presenza per gli amministratori.

Attraverso openbilanci.it è possibile vedere quanto costano a ciascun comune le spese di amministrazione. Tra le città con più di 200mila abitanti si registra una grande variabilità nel 2014. Napoli, Venezia e Padova, per esempio, spendono più di 500 euro per ogni abitante, mentre a Firenze e Bari la spesa è inferiore ai 300 euro pro capite.

Le altre grandi città si collocano tra questi due estremi. Roma e Milano, ovvero i due maggiori comuni italiani, si trovano appaiate a metà classifica (ottavo e nono posto), con rispettivamente 397,33 e 373,77 euro pro capite in spese di amministrazione.

Per approfondire: