La confusione delle spese per i rifugiati

Secondo le regole Ocse possono essere usati fondi della cooperazione pubblica per i primi 12 mesi di gestione dei rifugiati. Ma il conteggio di questo periodo non è univoco e i vari paesi si regolano in modo diverso. In Italia per esempio rientrano sia i richiedenti che i beneficiari dello status.

C’è chi usa i fondi della cooperazione pubblica anche per rimpatriare i richiedenti asilo che non hanno ottenuto lo status, chi vi fa rientrare anche il periodo della domanda, chi solo i beneficiari effettivi.

Dall’analisi realizzata con il MiniDossier Cooperazione Italia emerge una certa confusione e difformità nei parametri di quello che rientra nella voce “rifugiati nel paese donatore”, la cui consistenza è esplosa negli ultimi anni. Tra i paesi Dac è in corso un lavoro di verifica e allineamento di regole e modalità di imputazione dei costi dei rifugiati da includere nell’aps. Ma al momento vari paesi considerano e contabilizzano in modo differente le varie tappe dell’accoglienza e nella voce rifugiati possono essere compresi o meno a seconda delle nazioni aspetti quali i periodi di attesa di risposta per la domanda di asilo politico, le quote di rifugiati assegnati da accordi internazionali e le spese per la gestione delle persone la cui domanda è stata rifiutata, tra cui i costi per i rimpatri, che ufficialmente possono essere considerati aiuto allo sviluppo.

Secondo le regole Ocse possono essere conteggiate come aps tutte le spese per l’accoglienza e la gestione dei rifugiati nel paese donatore entro i primi 12 mesi di permanenza. Non è tuttavia univoca l’interpretazione del periodo a cui applicare il conteggio dei 12 mesi. Inoltre risulta difforme tra i vari paesi Dac l’inclusione delle varie tappe di richiesta di asilo e dei vari tipi di spese comprese nel conto. In Italia vengono inclusi i 12 mesi dopo la presentazione della domanda: in una prima fase, quindi, sono compresi tutti i richiedenti, mentre in seguito solo coloro la cui domanda è stata accettata. Il costo medio annuo per ogni rifugiato è molto variabile e va dai 303 euro del Giappone ai 28mila euro dei Paesi Bassi. Il costo medio annuo di un rifugiato in Italia è di circa 15mila euro.

Per approfondimenti: