La gestione dei rifugiati gonfia i fondi per la cooperazione

Le risorse per l’aiuto pubblico allo sviluppo risultano in aumento. Ma a far lievitare questo budget c’è la voce “rifugiati nel paese donatore”: un aspetto di politica interna che viene sempre più “addebitato” all’esterno. In questo modo le risorse destinate ai paesi poveri restano in Italia.

Negli ultimi anni le risorse destinate all’aiuto pubblico allo sviluppo sono aumentate. Tuttavia a determinare questo aumento è la voce “rifugiati nel paese donatore”: risorse che non arrivano nei paesi da aiutare e anzi non escono dallo stato che mette a disposizione i fondi.

A livello contabile è tutto regolare: nelle indicazioni fornite dall’Ocse questa voce può essere conteggiata come aiuto pubblico allo sviluppo (mentre per esempio non possono essere compresi gli aiuti di tipo militare). Ma è comunque lecito chiedersi se la necessità di accogliere e gestire le persone che arrivano in paesi sviluppati possa essere considerato in linea con gli intenti della cooperazione economica. Quello che in effetti è un aspetto di politica interna viene “addebitato” all’esterno, sottraendo risorse ad attività mirate allo sviluppo economico di paesi ancora svantaggiati; risorse che per altro potrebbero contribuire a intervenire sulle cause strutturali all’origine dei flussi migratori. La tendenza è simile nella maggior parte dei paesi Dac, e l’Italia ne è capofila. La quantità di risorse che rimane nei confini nazionali registra un’esplosione tra 2010 e 2011, fino ad arrivare a quote sempre più consistenti negli ultimi anni.

Da un anno all’altro la quota di aps che rimane in Italia, perché destinata alla gestione dei rifugiati, esplode . Nel 2010 i fondi impegnati per i rifugiati erano 2milioni e 16mila euro, nel 2011 superano già i 410milioni. L’anno dopo la voce subisce un calo consistente (si scende a 160milioni e mezzo) ma già nel 2013 torna a superare i 300milioni di euro. Fino a sfiorare i 961milioni di euro nel 2015.

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In termini percentuali nel 2010 l’Italia destinava ai rifugiati lo 0,10% di tutto l’aiuto pubblico allo sviluppo , sia bilaterale che multilaterale. Questa quota arriva al 24,30% nel 2015. Se si prendono le cifre dei fondi spesi si passa dallo 0,12% del 2010 al 25,55 del 2015.

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