Quanto donano i paesi del comitato Ocse per l’aiuto allo sviluppo

Un gruppo di 29 paesi di cui fa parte anche l’Italia contribuisce per le parti più consistenti della cooperazione mondiale: 123 miliardi di euro nel 2014. In 4 anni le loro risose sono aumentate del 10,12%. Eppure si muovono con una media di 5 anni di ritardo rispetto agli obiettivi ufficiali.

Sono passati ormai 55 anni da quando, nel 1961, veniva messo a punto il sistema che ancora oggi regola i trasferimenti di risorse alle nazioni che non hanno raggiunto determinati standard economici, sociali e di sviluppo. Nello stesso anno veniva formato il Comitato per l’aiuto allo sviluppo dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), comitato noto con l’acronimo inglese “Dac”, che sta per Development Assistance Committee.

Il gruppo di 29 paesi che ne fanno parte, tra cui l’Italia, negli ultimi anni hanno contribuito per le parti più consistenti dell’aiuto pubblico allo sviluppo mondiale. Nel 2014 i paesi Dac hanno impegnato più di 123miliardi di euro in aps , di cui il 70,27% è stato destinato al canale bilaterale, cioè direttamente ai governi dei paesi riceventi, e il 29,73% al canale multilaterale, cioè attraverso organismi internazionali specializzati in cooperazione. L’anno precedente la porzione dei aps bilaterale arrivava al 75,08%, mentre quella multilaterale era del 24,92%. Una proporzione quasi identica a quella del 2010 (quando il canale bilaterale assorbiva il 75,04% delle risorse dei paesi Dac, e quello multilaterale arrivava al 24,96%). Dal 2010 al 2014 il totale dei fondi impegnati dai paesi Dac è aumentato del 10,12%.

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Invece nel 2015 i paesi Dac hanno investito in aps lo 0,3% del loro reddito nazionale lordo. Tra l’altro questi paesi arrivano con una media di 5 anni di ritardo al target intermedio che i governi, nel 2000, si erano impegnati a raggiungere entro il 2010 (per altro ridefinendo il calendario di impegni già disatteso in precedenza).

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