Il rebus dei gruppi al senato – speciale referendum

Nel 2015 hanno ricevuto oltre 21 milioni di euro, ma la legge che gli italiani sono chiamati a votare il 4 dicembre non specifica se in futuro queste formazioni esisteranno ancora. Tutto dipenderà dal regolamento dell’eventuale nuovo organo. Impossibile quindi stimare se ci saranno risparmi.

In base all’ultimo rendiconto del senato, i gruppi parlamentari di questo ramo del parlamento nel 2015 hanno ricevuto un contributo di oltre 21 milioni di euro.

Per capire come inciderà l’esito del referendum su questa spesa, va in primo luogo ricordato che la riforma costituzionale non stabilisce come si organizzerà il nuovo senato. La materia, in caso di vittoria del sì, sarà disciplinata nel futuro regolamento del senato. E in quella sede si stabilirà se i senatori si organizzeranno in base all’appartenenza territoriale oppure, come accade oggi, in base all’affiliazione politicaQuindi la riforma, non disciplinando questo aspetto, non dovrebbe produrre risparmi diretti.

Starà al futuro regolamento del senato, se passerà la riforma, dirimere la questione. Il regolamento del senato in vigore stabilisce all’articolo 16:

«[…] ai Gruppi parlamentari è assicurata la disponibilità di locali, attrezzature e di un unico contributo annuale, a carico del bilancio del Senato, proporzionale alla loro consistenza numerica»

Se questo criterio numerico rimanesse, ci si aspetterebbe per logica che l’importo di 21 milioni di euro venga erogato in proporzione ai 100 membri; il che produrrebbe un risparmio di 14,6 milioni di euro.

 

Ma si tratta solo di un’ipotesi, in realtà tutto dipenderà dal ruolo e dalla funzione che verrà attribuita ai gruppi in caso passi la riforma. Non sappiamo ancora in cosa consisterà l’attività dei gruppi al senato. Oggi svolgono anchestudi e ricerche sui provvedimenti all’esame dell’assemblea. Il senato trasformato dalla riforma potrà occuparsi potenzialmente di tutte le leggi, in caso si attivi – in tempi molto ristretti – per chiedere e proporre delle modifiche. Questo richiederà un’attività costante di monitoraggio dei provvedimenti all’esame della camera dei deputati, che potrebbe spettare ai futuri gruppi parlamentari. A fronte di un senato composto in massima parte da membri che svolgono in via principale un altro incarico, i gruppi potrebbero mantenere un ruolo di raccordo tra i senatori-sindaci/consiglieri regionali e l’attività parlamentare. Uno scenario simile rende di difficile previsione il risparmio derivante dalla misura.

Per approfondire: