Detenuti stranieri in calo rispetto al 2007

Nell’ultimo triennio si osserva una risalita, tuttavia le misure alternative hanno ridotto la quota di carcerati di altre nazionalità: perché più facilmente sono coinvolti in realti con pene inferiori a tre anni. Invece le donne sono sempre state una ristretta minoranza nei penitenziari.

Gli attuali 54mila carcerati italiani sono quasi solo uomini: appena il 4% del totale è donna. Molto più numerosi gli stranieri, circa 18mila, pari a oltre un terzo del totale.

Se osserviamo l’andamento delle donne e degli stranieri sul totale dei detenuti dagli anni ’90 ad oggi, notiamo che le donne sono diminuite da allora. Superavano il 5% tra 1991 e 1993, e sono scese al 4% attuale. Ma la sostanza non cambia: gli uomini costituiscono da sempre la quasi totalità della popolazione carceraria.

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Il fenomeno degli stranieri nelle carceri italiane è più altalenante. Nei primi anni ’90, alla vigilia delle prime ondate migratorie, erano circa il 15% dei detenuti. Una quota in rapida ascesa negli anni successivi: nell’arco di dieci anni raggiungono il 30%, un dato non dissimile da quello attuale.

Tra 2001 e 2007 la quota continua a salire fino al 37,5%. Da quest’ultima data, sono tornati a diminuire e da circa tre anni si attestano attorno a un terzo della popolazione carceraria. La spiegazione dell’andamento è controversa.

Per prima cosa, una quota così alta di stranieri tra i detenuti è un’anomalia rispetto ad altri grandi paesi europei, in cui la media si attesta attorno al 20%. Ciò si può spiegare con l’alto numero di immigrati di seconda generazione presenti nelle carceri francesi e inglesi, conteggiati come nativi dalle statistiche ufficiali. Ma va sottolineato anche che le tutele si differenziano in base al reddito: ad esempio molti stranieri, pur avendone diritto, non possono accedere alla detenzione domiciliare perché non hanno una casa.

Ciò detto, le riforme che negli ultimi anni hanno incentivato le misure alternative al carcere hanno ridotto la quota di stranieri. Questi sono generalmente coinvolti in reati per cui sono previste pene inferiori a tre anni, e rientrano più spesso tra i requisiti per richiederle.

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