La composizione del senato in Italia e nel mondo – speciale referendum

Con la riforma l’elezione dei senatori passerebbe ai consigli regionali. Anche in Germania e Francia le camere alte sono organi di rappresentanza indiretta delle istituzioni locali, mentre negli Stati Uniti e in Spagna sono eletti (in toto o in maggioranza) a suffragio universale.

Un punto molto discusso della riforma costituzionale è l’elettività dei senatori. Il testo che sarà posto ai cittadini nel referendum del 4 dicembre prevede che il senato non sia più eletto dai cittadini ma in secondo grado dai consigli regionali, che sceglieranno tra consiglieri e sindaci della regione stessa.

Vediamo chi elegge le camere alte negli altri maggiori paesi europei e negli Stati Uniti.

In Francia, il senato ha la funzione di rappresentare le collettività territoriali, mentre l’assemblea nazionale (la camera bassa) è il ramo politico del parlamento, che rappresenta l’intera nazione. In quanto espressione delle istituzioni locali, i 348 membri del sénat vengono eletti in secondo grado da un collegio molto ampio, composto da tutti coloro che ricoprono una carica elettiva nella repubblica. Si tratta di quasi 150mila persone: per il 95% sono consiglieri municipali e rappresentanti dei comuni; per il resto sono consiglieri dipartimentali, regionali e deputati nazionali.

Il bundesrat, la camera alta della Germania, è l’organo di raccordo tra lo stato federale e i governi dei länder, le regioni tedesche. I suoi 69 membri sono solo dei delegati di questi ultimi, che possono nominarli e revocarli senza limiti. Per questo, i membri della camera alta tedesca non sono elettivi, ma nominati. A differenza del caso francese, il collegamento tra l’istituzione locale e il suo rappresentante nel bundesrat è molto più stringente: i delegati di ciascuna regione possono esprimersi solo in blocco e hanno vincolo di mandato rispetto alle decisioni del governo che li ha nominati.

Nel Regno Unito, la house of lords è un retaggio dell’antichissimo parlamentarismo inglese. Ha funzioni di garanzia rispetto alla camera politica, controllata dal partito di maggioranza, ma non avendo rappresentatività democratica ne è stata proposta in più occasioni l’abolizione. I suoi membri (di numero variabile, attualmente sono oltre 800) sono nominati dalla corona britannica, su proposta del governo in carica oppure per autocandidatura. In maggioranza sono nominati a vita e fino al 1999 si poteva diventare lord anche per diritto ereditario.

In Spagna il senado rappresenta le comunità autonome spagnole, ma i suoi 266 membri non sono espressione esclusiva del ceto politico di queste ultime, come accade in Germania e in Francia. La scelta dei senatori avviene con un’elezione mista: circa l’80% vengono eletti dai cittadini spagnoli a suffragio universale, mentre i seggi restanti sono designati dai parlamenti regionali.

Negli Stati Uniti d’America, il senato è composto da 100 membri eletti a suffragio universale dai cittadini statunitensi. La particolarità della camera alta americana è che tutti gli stati, dal più piccolo al più grande, sono rappresentati da 2 senatori, con l’obiettivo di dare lo stesso peso politico a tutti i componenti della federazione. I senatori restano comunque giuridicamente indipendenti rispetto al collegio elettorale che li ha eletti, dal momento che non hanno alcun vincolo di mandato.

In Italia attualmente il senato si compone di 315 membri eletti a suffragio universale, oltre ai 5 nominati a vita dal presidente della repubblica e ai capi di stato emeriti. La riforma li riduce a 100, di cui 95 eletti dai consigli regionali. Rispetto alle altre esperienze internazionali, il senato disegnato dalla riforma costituzionale sarebbe ispirato ai modelli tedesco e francese, con alcune differenze sostanziali. Dalla Germania mutua il legame tra l’ente di elezione e il senatore: in caso di scioglimento del primo, cade anche il secondo. Però non prevede vincolo di mandato: i senatori non sarebbero dei meri delegati della giunta regionale, ma rappresentanti del consiglio (quindi in ciascuna regione si avrebbero rappresentanti di colore politico diverso). Dalla Francia deriva l’idea che siano gli eletti a livello locale, e non i singoli governi, né l’intera popolazione, a designare i senatori. Ma il modello francese, centralista, privilegia i rappresentanti dei comuni (da soli sono il 95% del collegio elettorale), mentre in Italia prevale il peso politico delle regioni a discapito dei comuni. Con la riforma Boschi i consiglieri regionali sarebbero gli unici elettori del senato, di cui occuperebbero 74 seggi su 100.

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