I limiti ai decreti legge e l’approvazione a data certa – speciale referendum

Sono due novità previste dalla riforma oggetto del prossimo referendum. Per contrastare l’uso improprio della decretazione d’urgenza si inseriscono dei paletti in costituzione. Mentre per l’attuazione dell’agenda di governo è pensato un nuovo strumento. Vediamo di cosa si tratta.

Come abbiamo visto, l’uso del decreto legge da parte degli ultimi governi è stato quantomeno discutibile: distorto nella sua natura, è stato spesso usato più per implementare l’agenda di governo che per affrontare casi di straordinaria urgenza come prevede la costituzione.

La riforma costituzionale varata dal parlamento e ora nella mani dei cittadini cerca di affrontare il problema, con due novità principali. Innanzi tutto vengono inseriti in costituzione limiti per l’uso dei decreti legge. Secondo gli eventuali nuovi commi 4 e 5 dell’articolo 77, non si potranno più emanare decreti per conferire deleghe legislative, in materia costituzionale ed elettorale, per ratifiche di trattati e per le leggi di bilancio. Non si potranno rinnovare decreti legge già bocciati dalla camera, regolare rapporti giuridici su base di decreti non convertiti e ripristinare l’efficacia di disposizioni dichiarate illegittime della corte costituzionale. In aggiunta i decreti dovranno avere un contenuto specifico, omogeneo e corrispondente al titolo: dunque nel corso dell’esame non potranno essere approvate disposizioni estranee all’oggetto o alla finalità del decreto. In realtà tutti questi limiti sono già previsti dall’ordinamento attuale ma a livello di legislazione ordinaria, mentre con la riforma verrebbero inseriti in costituzione.

Oltre a questi aspetti, che modificano uno strumento già esistente, la riforma prevede una seconda novità. Il nuovo settimo comma dell’articolo 72 della costituzione, infatti, introduce l’approvazione a data certa. Si tratta della possibilità per il governo di chiedere alla camera dei deputati che un disegno di legge, essenziale per l’attuazione del programma di governo, sia sottoposto alla votazione finale entro 70 giorni (prorogabili fino a un massimo di 90 dalla richiesta). Questo strumento non potrà essere usato per alcuni tipi di leggi: quelle di approvazione bicamerale, in materia elettorale, per la ratifica trattati, di amnistia/indulto e di bilancio. L’introduzione sembra rispondere alla necessità di limitare l’uso dei decreti legge per portare avanti riforme del governo e punti programmatici, fornendo quindi uno strumento ad hoc per questo tipo di azioni.

Dunque se da un lato la riforma cerca di limitare l’abuso che è stato fatto dei decreti legge negli anni, dall’altro fornisce al governo un ulteriore strumento per occupare l’agenda legislativa dei parlamentari.

Per approfondire:

8 pensieri su “I limiti ai decreti legge e l’approvazione a data certa – speciale referendum

  1. ennio mosci

    Questa modifica sembra fatta apposta per far si che sia il governo a prendere iniziative legislative, lasciando alla camera l’approvazione o meno. Non dovrebbe essere una eccezione la proposta di legge governativa? Il governo non deve avere, di norma, funzioni esecutive ( tanto è vero che lo chiamano tutti così: Esecutivo. Voto NO

    1. ambient

      Facciamo così: aboliamo direttamente il governo e il parlamento, diamoci all’anarchia. D’altronde è quello che vi é sempre piaciuto.

      1. ennio mosci

        Non hai capito niente di me. Io sono per l’ordine costituito, altro che anarchia. Ma non mi piace una persona sola al comando, specie se si chiama Renzi. Un fantoccino in mano a persone che non vogliono certamente il benessere dei popoli. Tutto qui. Voglio un parlamento composto da gente onesta e capace, cosa che non è oggi. Per questo voto NO. Voglio una costituzione garantista. Non sono una pecora che cerca chi la conduce al pascolo, e questo non vuol dire anarchico, ma semplicemente DEMOCRATICO, nel senso letterale della parola, che non è certo quella del PD e di Renzi e compagni di merende.

        1. ambient

          La riforma, se approvata, varrà per tutti i governi non solo per renzi e non c’entra nulla col governo renzi in senso stretto: il referendum non è sul suo operato ma solo su quella specifia riforma costituzionale. Anche a me renzi non piace ma voterò si perchè la fine del bicameralismo si aspettava da anni.
          Ti consiglio un paio di articoli sperando di farti cosa gradita:

          http://www.linkiesta.it/it/article/2016/11/14/referendum-perche-votare-si-senza-essere-renziani/32367/
          http://www.iltascabile.com/societa/italia-decreti/

          buona lettura.

          1. ennio mosci

            Ciao ambient. Mi spiego meglio. Il voto riguarda le modifiche costituzionali che questo parlamento, su pressione governativa ( vedi i si a colpi di decreti e fiducie ), ha approvato. Bene, il NO è basato proprio sul comportamento del governo ( Renzi/Boschi), che si è avvalso di uno strumento illegale per far approvare le sue argomentazioni in materia ( se non voti a favore la prossima volta non ti candido). Quindi il voto, aldilà di tutto, è proprio contro il governo, mica l’ho fatta io sta bojata. Buona giornata. ps. in genere leggo quello che scrivono e dicono gli altri, ma poi, faccio di testa mia, credo di essere in grado di decidere il mio futuro senza condizionamenti altrui. L’ho fatto da quando ho iniziato a camminare, e, ora che ho 75 anni, non cambio certamente il mio modo di essere.

          2. emanuele petracca

            io credo che sia una cosa INACCETTABILE.
            tutta la riforma RUOTA intorno a questo punto focale.
            Non esiste “un articolo che dà specificatamente il massimo dei poteri al Presidente del Consiglio”?. specificatamente no. Ma la clausola di supremazia si. DI FATTO costituzionalizza la decretazione d’urgenza. risultato? che qualsiasi pacchetto di leggi il Governa consideri importante per il proprio programma avrà la precedenza a qualsiasi lavoro che il Parlamento starà svolgendo. il Parlamento sarà costretto ad approvare entro 60 giorni le leggi che a tamburo battente il Governo (di qualsiasi colore) sottoporrà. con tanti saluti al diritto delle opposizione di partecipare al procedimento Legislativo. questa Potestà infatti alla fine sarà TOLTA al Parlamento, e appannaggio del Potere Esecutivo,
            INACCETTABILE.

          3. emanuele petracca

            In effetti se lo sono domandati per diverso tempo anche in Parlamento quando anche durante l’iter di approvazione della riforma. Hanno udito in commissione affari costituzionali diversi studiosi di diritto costituzionale di tutta la penisola: ma solo e soltanto per sentirsi dire di trovare un espediente per limitare l’abuso della decretazione d’urgenza: si è sempre pensato di andare nella direzione opposta, non nel costituzionalizzare questa abuso. I governi ma solo gli italiani utilizzano la decretazione d’urgenza semplicemente per bypassare l’opposizione e per far approvare in maniera molto più veloce e drastica le leggi. Niente di più niente di meno. anche Openpolis ha rilevato che quando la maggioranza e’ coesa (per iniziative governative) le leggi passano. Camera e senato e basta. E’ solo e soltanto un problema politico invece che costituzionale.

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