Contesto e esito dei due referendum costituzionali del passato – speciale referendum

Solo in due occasioni i cittadini italiani sono stati chiamati a votare su una riforma costituzionale: nel 2001 e nel 2006. Nel primo caso la riforma fu approvata, nel secondo invece la maggioranza dei votanti decise per il no

A differenza del recente referendum sulle trivelle, quello del prossimo 4 dicembre sarà un referendum confermativo e non abrogativo. Questo, oltre a cambiare le conseguenze della vittoria del sì o del no, vuol dire che non è richiesta la partecipazione al voto della maggioranza degli elettori. L’affluenza quindi non è un tema rilevante per la validità del quesito.

Nei due referendum costituzionali che si sono tenuti in passato, solo in un caso la maggioranza degli elettori ha partecipato al voto. Nel 2001 infatti andarono alle urne solo 16,8 milioni di cittadini, a fronte di un corpo elettorale che raggiungeva quasi i 50 milioni di elettori. Un’affluenza del 34,05%, che vide la larghissima vittoria del sì. Per la modifica al titolo V della costituzione si schierarono oltre 10,4 milioni di italiani (64,21%), contro i 5,8 milioni di voti contrari (35,79%).

Tutt’altra storia nel 2006, sia per esito che per affluenza. La riforma costituzionale voluta del centro-destra era molto più ampia di quella del 2001, e coinvolgeva diversi aspetti: dalla devoluzione dei poteri alle regioni, alla trasformazione del senato in senato federale, fino all’istituzione di un cosiddetto “premierato forte”. Il voto ebbe luogo poco dopo le elezioni politiche che videro un ribaltamento al potere, con la vittoria del centro sinistra e l’inizio del governo Prodi. 26 milioni di italiani parteciparono alla tornata referendaria, di cui quasi 16 milioni di cittadini (61,29%) contrari al quesito del referendum. Poco meno di 10 milioni gli elettori a favore, 38,71%.

Due casi storici non sono certo abbastanza per trarre conclusioni, ma una cosa è certa. Rispetto ai referendum abrogativi, dove la presenza di un quorum avvantaggia il no, nei referendum costituzionali il piano sembra essere più equilibrato.

Inoltre sembrano esserci alcune analogie con il referendum del 2006. Nel 2006 il parlamento in essere durante il referendum non era lo stesso che aveva votato la riforma. Anche oggi il governo e il parlamento che hanno approvato il testo sono molto diversi rispetto a quelli nati dall’ultima tornata elettorale. Nel 2006 governo e parlamento erano cambiati  prima del referendum, oggi governo e parlamento sono stati rivoluzionati da uno scenario in costante movimento rispetto alle ultime elezioni politiche. In entrambi i casi, 2006 e 2016, sembra esserci una mancanza di continuità politica. Anche l’attuale clima fortemente politicizzato e il fatto che la riforma da votare è molto ampia ricordano il 2006. Non è detto che l’esito sia lo stesso, ma di sicuro l’affluenza sarà più alta che nel 2001, quando i toni erano molto più bassi e i temi più limitati.

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