Quanto vale il gettito del 2×1000

Il primo anno è stato un flop, ma già l’anno dopo ha sortito risultati di cassa di tutto rispetto. La sottoscrizione volontaria della quota irpef sta diventando uno strumento vitale per le forze politiche, a dimostrazione del fatto che il finanziamento pubblico non è finito.Nel primo anno in cui era possibile donare il 2×1000, il 2014, solo 16.518 contribuenti (lo 0,21% del totale) hanno scelto di versare una quota della loro imposta sui redditi a un partito. Questo dato è stato considerato, a ragione, un flop per il nuovo sistema di finanziamento pubblico. I partiti non erano riusciti neppure a mobilitare una frazione dei propri iscritti. E il gettito totale era stato magrissimo: neanche 326.000 euro, un’inezia a confronto con gli anni precedenti al 2012, quando dai rimborsi affluivano più di 180 milioni di euro l’anno nelle casse dei partiti.

Questo primo anno sfortunato ha alimentato la tesi secondo cui il finanziamento pubblico ai partiti è finito per sempre. Ma è davvero così? Leggendo i dati relativi al 2015 parrebbe proprio di no.

A versare il 2×1000 è il 2,7% dei contribuenti, cioè ancora una minoranza, ma in forte aumento rispetto all’anno precedente. Più di un milione di persone ha indicato una forza politica nella dichiarazione dei redditi, per un totale di 12,3 milioni di euro. Soldi che dunque non sono andati a finire nelle casse dello stato, ma sono stati convogliati verso i partiti designati dai cittadini.

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Da notare il fatto che i soldi versati dai contribuenti sono stati superiori alle stesse aspettative dei partiti. La legge infatti pone un limite massimo ai ricavi del 2×1000, fissato per il 2015 a 9,6 milioni di euro: un tetto sforato del 29%. Ovviamente la parte in eccesso è rimasta allo stato, ma questo è sintomatico del fatto che tutte le forze politiche si stanno attrezzando con una discreta efficienza per raccogliere i soldi attraverso questo nuovo canale. E sarà interessante leggere i dati relativi al 2016 e al 2017, quando i partiti potranno raccogliere rispettivamente fino 27,7 e 45,1 milioni di euro.

Ma come mai lo strumento del 2×1000 ha avuto successo nel 2015, a fronte della disfatta del 2014? Le ragioni possono essere varie. In primo luogo, l’anno di avvio del nuovo sistema può aver colto impreparati sia i partiti che i contribuenti. La seconda ragione invece è più tecnica: nel 2014, anno di transizione, la scelta del partito non poteva essere espressa direttamente in dichiarazione dei redditi, ma su un modulo che andava richiesto a parte e allegato alla dichiarazione. Solo i più motivati hanno optato per questa possibilità; difatti i partiti hanno ricevuto appena il 4% di quanto metteva a disposizione lo stato in quell’anno (7,75 milioni di euro).

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