La deriva della delega vaga

Si sono visti assessori alla pace, alla qualità della vita, al benessere, fino alla Roma semplice della giunta Raggi. Bene, di sicuro sono ottime intenzioni. Ma in pratica di cosa devono occuparsi? Quali sono in concreto le deleghe amministrative affidate? Troppo spesso non è chiaro.

campidoglio

L’assessorato “Roma semplice” – affidato dalla sindaca di Roma Virginia Raggi a Flavia Marzano – è un esempio recente. Sul sito istituzionale del comune di Roma si legge che l’assessora “Si occuperà di rendere più semplice, inclusiva e innovativa la nostra città favorendo la partecipazione e la cittadinanza attiva”. Bene, si tratta certo di un ottimo proposito. Solo un po’ troppo vago. Nella stessa pagina istituzionale si spendono alcune righe per riassumere le principali competenze dell’assessora ma troppo poco viene detto su obbiettivi e ambiti concreti di intervento.

Il fenomeno non è nuovo e – intendiamoci – non è di per sé negativo. A Milano la giunta guidata da Giuliano Pisapia comprendeva una delega al benessere e qualità della vita, affidata a Chiara Bisconti. E, tanto per fare un altro esempio, nella prima giunta Marino l’ex sindaco della capitale aveva assegnato una delega alla qualità della vita a Luca Pancalli.

Si tratta certo di promesse nelle migliori intenzioni, buoni propositi e tentativi di guardare al futuro con positività. Il problema è che questo tipo di etichette – così vaghe e indefinite, in potenza tutto ma in pratica chissà – non agevolano la rendicontazione delle attività svolte, e non semplificano l’attività di monitoraggio e controllo da parte dei cittadini.

Altro esempio, sempre dall’attuale giunta capitolina, è l’assessorato alla “citta in movimento. Si potrebbe supporre si occuperà di trasporti e mobilità urbana. Ma nella pagina dell’assessora incaricata, Linda Meleo, non c’è nessun indizio che avvalori questa interpretazione. Tanto più che le infrastrutture e l’urbanistica sono affidate a un altro assessore, Paolo Berdini, mentre delle partecipate (dunque Atac, la società che gestisce il trasporto pubblico nella capitale) si occuperà Marcello Minenna, assessore titolare di diverse deleghe tra le più “pesanti” (bilancio, patrimonio e, appunto, riorganizzazione delle partecipate).

Ogni politico dovrebbe rispondere degli incarichi affidati, ma se la delega assegnata non è chiara, monitorare l’attività svolta diventa impossibile, proprio perché non si sa quali erano gli obbiettivi.

Un’occasione per fare chiarezza, però, potrebbe essere la presentazione del piano d’azione del sindaco. Vedremo quali impegni dichiareranno di perseguire i neo sindaci. 

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