L’andamento del debito a Napoli

Tra le 4 maggiori città italiane, Napoli presenta la minore variazione sia nel livello di indebitamento del comune, sia nella capacità di smaltire i debiti accumulati negli anni precedenti (anche se la quota di residui passivi smaltiti passa dal 21,42% nel 2007 al 30,92% nel 2014).

Il debito del comune di Napoli, calcolato in rapporto alle entrate correnti, nel 2007 era al 120,29%. Nel 2014, è salito al 128%. Nel corso del periodo considerato, il debito è cresciuto fino al 2012, quando ha raggiunto il 144,66%. Negli ultimi due anni analizzati però è tornato a calare segnando il 137,67% nel 2013 e il 128,09% nel 2014. L’incremento, tra inizio e fine della rilevazione, è stato di meno di 8 punti percentuali.

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Anche la capacità di smaltire i residui passivi è più stabile nel capoluogo campano rispetto a città come Roma, Milano e Torino.

Anche se si guarda la capacità di smaltimento dei residui passivi, notiamo che anche questo indicatore mostri più stabilità nel capoluogo campano rispetto ad altri comuni. I residui passivi sono impegni di spesa contabilizzati, ma non saldati, entro l’anno in corso; sono perciò debiti che il comune ha verso altri soggetti: fornitori, contribuenti, imprese.

Nel 2007, Napoli riusciva a smaltire il 21,42% dei residui passivi. Questo dato è addirittura andato calando fino al 2009, in cui segna il minimo con appena il 17,69%. Risale repentinamente l’anno successivo, per attestarsi fino al 2013 attorno al 25%. Nell’ultimo anno rilevato, il 2014, la quota di residui passivi smaltiti ha raggiunto il 30,92% – in netto miglioramento rispetto a tutto il periodo precedente.

Complessivamente, il livello di indebitamento rispetto alle entrate è cresciuto, seppur di poco; allo stesso tempo è sensibilmente aumentata anche la capacità di smaltire i residui passivi.

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