Torino, la trasparenza dei candidati alla prova dei fatti

Molto proclamata a parole, pochi gli aspiranti sindaci che la praticano attivamente. Con Torino si conclude la ricognizione dei documenti messi a disposizione dai candidati nelle 4 principali città al voto. Il risultato non è molto diverso da quello visto altrove: scarso.

Come altrove anzi peggio: nessuno dei candidati sindaco a Torino pubblica informazioni sugli aspetti finanziari della campagna elettorale . Poche anche le dichiarazioni dei redditi e le informazioni su beni di proprietà, partecipazioni o incarichi in società.

Siamo andati alla ricerca dei documenti ufficiali che i candidati pubblicano sul loro conto; abbiamo scandagliato il panorama delle quattro principali città al voto – Roma, Milano, Napoli e Torino – e in quest’ultima nessuno dei candidati specifica con quali mezzi sta svolgendo la sua attività di propaganda, chi li mette a disposizione e come sta spendendo le sue risorse. Dettagli cruciali per valutare l’indipendenza dei candidati, ma su cui c’è ancora scarsissima attenzione da parte dei politici, che anzi a riguardo hanno atteggiamenti inopportuni come rendere inservibili le informazioni pubblicate (come fanno per esempio Valeria Valente e Gianni Lettieri, entrambi candidati a Napoli).

Come per molti candidati di altre città, anche per i torinesi si trovano informazioni patrimoniali e sui redditi per lo più per i candidati già titolari di incarichi pubblici, che quindi le devono pubblicare per legge. Ma nessuno le mette a disposizione degli elettori, diffondendole per esempio sul proprio sito. È possibile vedere la dichiarazione patrimoniale e la denuncia dei redditi di Stefano Fassino, candidato Pd al secondo mandato di sindaco, e quelli di Chiara Appendino, M5s, già consigliera comunale. Inoltre di Giorgio Airaudo (Torino in comune – La sinistra) sono reperibili i documenti pubblicati in quanto parlamentare, ma Airaudo non da prova di grande trasparenza, visto che sceglie di pubblicare solo il quadro di riepilogo della sua dichiarazione dei redditi. 

Rari anche i curricula dettagliati. Anche a Torino abbondano le versioni brevi e narrate. A eccezione di Osvaldo Napoli (Forza Italia), tutti i candidati hanno aderito alla campagna Sai chi voti, in cui si chiede agli aspiranti sindaci di mettere a disposizione il riassunto delle proprie esperienze lavorative. Quasi tutti si limitano a diffondere brevi cenni biografici, mentre Pier Carlo Luigi Devoti (lista civica La piazza) e Guglielo del Pero (lista civica siAmo Torino) diffondono il loro cv in versione standard. Invece il candidato dell’Idv Mario Cornelio Levi pubblica alcuni cenni biografici sul sito della campagna, ma non è possibile trovarli navigando il sito dedicato alla candidatura a sindaco.

Nessuno pubblica il certificato del casellario giudiziale, ma tutti i candidati torinesi che hanno aderito a Sai chi voti hanno dichiarato di non aver avuto condanne.

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