I candidati a confronto sul tema dei privati sponsor di beni pubblici

Immobili pubblici in concessione a privati e grandi aziende, in cambio di restauro o manutenzione. A Roma la formula è stata usata per molti monumenti, tra cui il Colosseo. Cosa ne pensano i politici in gara alle amministrative 2016?

Lo “scontro ideologico” fra pubblico e privato nella gestione di beni e servizi pubblici è sempre molto acceso, tanto più quando di mezzo ci sono le elezioni comunali. Per questo il tema è stato incluso nell’edizione 2016 di voisietequi, ponendo l’accento su una “tendenza” sempre più diffusa nel nostro paese: affidare beni immobili pubblici in concessione a privati e grandi aziende in cambio di restauro e manutenzione.

Esempi in questi anni ce ne sono stati tanti, ma tra tutte le amministrazioni, forse quella guidata da Ignazio Marinio a Roma è stata particolarmente protagonista in questo senso. Nel luglio del 2013 il comune di Roma ha dato in concessione per 15 anni a Fendi il Palazzo della civiltà italiana (il cosiddetto Colosseo quadrato). Il palazzo, rimasto inutilizzato per anni, è stato concesso con il vincolo di destinazione museale aperta al pubblico del pian terreno, e Fendi ha sostenuto le spese di restauro. Altri esempi sono il restauro della Fontana di Trevi (sempre Fendi), quello del Colosseo (Tod’s) e quello della scalinata della Trinità dei Monti (Bulgari).

Questa nuova politica sembra quasi mettere insieme pubblico e privato. Con la concessione il comune permette di sfruttare beni immobiliari altrimenti inutilizzati e su cui non riesce a fare lavori di restauro o manutenzione; mentre il privato ottiene la possibilità di usare palazzi e immobili storici, pubblicizzando anche il proprio marchio.

È giusto dare in concessioni a privati o grandi aziende i beni del patrimonio artistico culturale in cambio del loro restauro e della loro manutenzione? Com’era prevedibile la materia ha diviso molto i candidati sindaco nelle quattro principali città al voto: Roma, Milano, Napoli e Torino. Per esempio nella capitale Fassina, Giachetti e Raggi si sono detti contrari. Stesso discorso per tutti gli altri candidati 5stelle che hanno espresso il loro dissenso nei confronti della proposta, come anche Lettieri a Napoli, e Airaudo a Torino.

Data l’importanza dell’argomento, abbiamo deciso di inserirlo fra i temi di voisietequi. Abbiamo chiesto ai candidati di prendere posizione e al tempo stesso invitiamo i cittadini ad esprimersi e confrontarsi su un punto fondamentale per la politica locale a RomaMilano, Napoli e Torino.

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