Napoli, la trasparenza dei candidati alla prova dei fatti

Rarissimi i rendiconti con gli aspetti finanziari della campagna elettorale degli aspiranti sindaci partenopei. E le altre informazioni, anche quando ci sono, non sono mai diffuse come materiale a disposizione degli elettori.

Il grande assente è il rendiconto elettorale. Finora rarissimo da trovare tra i candidati di Roma e Milano, le informazioni sulle risorse in uso per la campagna elettorale sono una circostanza straordinaria anche tra gli aspiranti sindaci di Napoli. L’unico di cui si riesce a rintracciare qualcosa è il candidato 5 stelle Matteo Brambilla, che dal suo sito rimanda a una discussione in cui ci sono elenchi dei contributi liberali ricevuti (ma non ci sono dettagli sulle spese). Per il resto, nessuno ha finora diffuso dettagli sulle cifre di cui dispone, su come le stia spendendo né sui finanziatori.

Le dichiarazioni patrimoniali sono rintracciabili per Luigi De Magistris, Valeria Valente, Gianni Lettieri e Marcello Taglialatela, ma non perché le mettano a disposizione degli elettori nella campagna elettorale. I documenti non sono infatti pubblicati sui loro siti personali. Di De Magistris, candidato al secondo mandato di sindaco, sul sito istituzionale della città sono pubblicati i materiali richiesti dalla legge a tutti i titolari di incarichi pubblici: curriculum, informazioni su beni di proprietà – da cui si apprende che è presidente a titolo gratuito della fondazione teatro San Carlo e che ha due immobili in comproprietà con la moglie – la dichiarazione dei redditi, diffusa in versione integrale, da cui sappiamo che nel 2014 ha guadagnato circa 84mila euro lordi, e la dichiarazione sugli incarichi pubblici ricoperti e relativi compensi.

Di Valeria Valente si trovano, sul sito della camera, i moduli che è tenuta a riempire in quanto parlamentare (raccolti anche nel progetto patrimoni trasparenti). La candidata Pd sceglie però di diffondere solo la pagina di riepilogo della sua dichiarazione dei redditi (da cui apprendiamo che nel 2013 dichiara, nel quadro per il calcolo dell’Irpef, un reddito di zero euro), e un rendiconto elettorale inservibile.

Molto simile lo “stile” di Marcello Taglialatela, candidato di FdI: le informazioni si trovano solo sul sito della camera e sono limitate al minimo indispensabile, della versione dei redditi c’è solo il quadro di riepilogo e come rendiconto economico (nell’immagine) è allegato un elenco di contributi da cui non è possibile sapere nulla perché una parte delle cifre e il totale sono coperti. 

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Un po’ lo stesso discorso vale per Gianni Lettieri, candidato di centrodestra. Le informazioni ci sono (perché pubblicate per legge in quanto consigliere comunale), ma non sono messe a disposizione degli elettori e anzi vanno cercate con pazienza. Dalla documentazione che (un po’ a fatica) si rintraccia dal sito del consiglio comunale si vede che quest’anno Lettieri dichiara quasi un milione di euro di reddito; dichiara di non avere intestati terreni, fabbricati né beni mobili; è presidente di 8 consigli di amministrazione, consigliere di almeno due società (di cui una è il distretto aerospaziale campano), amministratore unico della LT Investment Company Srl, e detiene il 40% della srl Servizi societari; è membro di giunta dell’unione industriali della provincia di Napoli. Curiosamente nel file excell che raccoglie le info dei consiglieri, i rendiconti elettorali sono stipati in un’unica colonna in cui vanno inseriti contributi o spese; per cui non è chiaro se i 3000 euro dichiarati da Lettieri sono entrate o uscite.

Nessuno dei candidati si premura di diffondere il certificato del proprio casellario giudiziale; dei candidati partenopei presenti sul sito della campagna Sai chi voti nessuno ha dichiarato di non aver ricevuto condanne (Lettieri dichiara un generico procedimento societario in corso).

Per approfondire: