Meno rimborsi meno spese. I tagli nei bilanci dei partiti

I rimborsi elettorali saranno del tutto aboliti dal 2017, ma la loro graduale riduzione è già in atto. I partiti affrontano il problema della sostenibilità dei loro bilanci e tagliare le spese è uno dei principali interventi finora realizzati. Vediamo come sono cambiate le uscite tra 2013 e 2014

Sono tre le norme che hanno ridotto il finanziamento pubblico ai partiti nell’ultimo decennio. La legge 122 del 2010 ha abolito il rimborso multiplo, il meccanismo per cui in caso di fine anticipata della legislatura continuavano a ricevere il doppio finanziamento, uno per la legislatura finita e uno per la nuova. In seguito la legge 96 del 2012 ha dimezzato l’entità del finanziamento complessivo erogabile, da circa 180 a 90 milioni di euro. Ultima, la legge 13 del 2014 elimina in modo graduale i rimborsi entro il 2017, sostituiti con il 2×1000 e, indirettamente, con gli sgravi fiscali sulle erogazioni liberali.

Queste norme hanno comportato la necessità di tagliare le spese, e a una riorganizzazione delle strutture organizzative. Una trasformazione visibile anche da un confronto tra i bilanci del 2013 e quelli del 2014.

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Abbiamo comparato gli oneri della gestione caratteristica nei due esercizi, escludendo Ncd in quanto presente solo nel 2014. Le spese per acquisto di beni e di servizi sono scese del 45% circa in un appena un anno. I contributi ad associazioni (spesso in questa voce sono ricompresi i finanziamenti alle sedi territoriali dei partiti) sono diminuiti di oltre il 53%.

Anche le spese per iniziative volte a favorire la parità di genere sono state tagliate (-47,65%). Si tratta di un fondo che i partiti che ricevono il finanziamento pubblico devono obbligatoriamente costituire, in base alla legge 157/1999.

Le spese per il personale sono cresciute del 10,76% – in controtendenza con il ridimensionamento delle strutture delle forze politiche. Va però segnalato che nel 2014 Forza Italia ha assunto i dipendenti dell’ex Pdl, facendosi carico di un aumento di spesa. Inoltre, sono aumentate le spese per trattamenti di fine rapporto di lavoro.

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