Fine dei rimborsi, e ora come si finanziano i partiti?

La legge 13/2014 ha riformato il sistema del finanziamento pubblico, con un meccanismo graduale che entro il 2017 abolirà i rimborsi. Un confronto tra il 2013, ultimo anno prima della riforma, e il 2014: come stanno cambiando le fonti di finanziamento dei partiti italiani?

Tra 2013 e 2014 le fonti di finanziamento dei partiti italiani sono cambiate drasticamente. In un solo anno, le risorse a disposizione dei partiti analizzati si sono ridotte del 31%: da 70,5 a 48,6 milioni di euro.

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La fonte di entrate che si è ridotta maggiormente è quella pubblica. Nel 2013 il rimborso per le spese elettorali costituiva quasi la metà delle entrate aggregate delle forze politiche italiane (47,22%), mentre nel 2014 la quota è scesa al 37,88%.

D’altra parte il 2×1000 – il meccanismo di finanziamento che ha sostituito i rimborsi, basato sulla scelta dei contribuenti in sede di dichiarazione dei redditi – nel 2014 è una fonte di entrata del tutto residuale (0,48% delle entrate, nel grafico aggregato nella voce “altri contributi e proventi della gestione caratteristica”). Troppo poco per sopperire al taglio.

La necessità di dipendere meno dal finanziamento statale ha imposto alcune scelte. Una di queste è il taglio di alcuni tipi di spese, che analizzeremo nei prossimi post. L’altra direzione presa è quella di cercare nuovi contributori privati. In primo luogo, contando sulla rete di iscritti e militanti di cui ancora dispongono alcuni partiti. Le loro quote associative annuali rappresentavano il 3,55% delle entrate nel 2013, mentre l’anno seguente sono salite al 12,64%.

In seconda istanza, anche il contributo delle persone giuridiche – ovvero la voce che comprende anche i finanziamenti da imprese e altri enti di diritto privato – è cresciuto molto, dall’1% circa a oltre il 5%.

I contributi da persone fisiche, ovvero le donazioni da privati cittadini, sono scesi dal 45 al 37%. Un dato in apparente contraddizione con la nuova disciplina che, in base alla legge 13/2014, aumenta la percentuale di detrazione sui contributi liberali. In realtà si tratta di un evento straordinario. Nel 2013 Forza Italia – appena fondata – ha beneficiato di un contributo di Silvio Berlusconi pari a 15 milioni di euro. Una donazione che distorce il paragone tra i due anni. Oltretutto la riforma ha imposto un tetto ai contributi pari a 100mila euro, rendendo impossibile fare donazioni oltre quella cifra.

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