Cambi di casacca, l’importanza del gruppo Misto

Il gruppo Misto è ormai diventato un attore fondamentale nelle dinamiche politiche di camera e senato. È uno dei gruppi cresciuti di più dalle ultime elezioni politiche, e casa di tanti transfughi di maggioranza e opposizione. Come vota chi è entrato nel Misto?

Proprio per la natura “ballerina” dell’attuale legislatura, il gruppo Misto è diventato di cruciale importanza per le dinamiche di Montecitorio e Palazzo Madama. Alla camera è la terza forza politica, con 61 membri all’attivo, e ha il più ampio saldo positivo fra deputati persi e guadagnati. Discorso analogo al senato, dove il Misto è fra i gruppi maggiormente cresciuti nel corso dei mesi.

Visto il peso del gruppo Misto, è importante cercare di capire come e dove si collochino politicamente deputati e senatori che vi sono entrati nel corso della legislatura. In effetti con il forte incremento dei cambi di gruppo si rischia di perdere traccia del collocamento politico degli eletti. I gruppi apertamente in maggioranza o all’opposizione sono pochi, mentre aumentano gli schieramenti di confine il cui posizionamento politico varia a seconda del dibattito in aula.

Inoltre all’interno di gruppi come il Misto e Grandi autonomie e libertà cresce ogni mese il numero di componenti, fenomeno che raddoppia la quantità di movimenti politici in aula. Questa confusione rende necessario trovare dei modi per fare chiarezza. Prendendo il gruppo Misto come caso di studio, sono stati osservati i politici entrati nello schieramento in corso di legislatura. Abbiamo analizzato tre elementi dal giorno della loro iscrizione al Misto, tutti in relazione al gruppo originale: percentuale di voti discordanti, numero di voti discordanti sui voti finali e numero di voti discordanti nei voti di fiducia

Montecitorio, come si è comportato chi è passato al Misto

Per alcuni deputati, il cambio di appartenenza è evidente, per altri un po’ meno. Significativo il caso degli ex Pdl, divisi nelle due componenti dei fittiani e dei verdiniani. Mentre i primi non si discostano troppo dalla linea di Forza Italia, i secondi sono ormai un po’ più lontano e più allineati con le scelte del governo Renzi.

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Palazzo Madama, come si è comportato chi è passato al Misto

Analizzando i voti differenti rispetto al gruppo iniziale registrati in seguito all’uscita, si evidenzia che per alcuni il cambio ha avuto un significato politico (con voti spesso in disaccordo con il gruppo di origine, specie nei voti finali), ma per altri no. Il dato dei voti finali aggiunge un aspetto qualitativo a quello quantitativo. Molti senatori usciti dai 5 stelle, nonostante abbiano una percentuale di voti diversi solo intorno al 20%, risultano aver votato in oltre 40 occasioni diversamente dal movimento nei voti finali.

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