Pecetta selvaggia. L’abbondanza di omissis nelle dichiarazioni patrimoniali dei parlamentari

I documenti con cui deputati e senatori dichiarano beni, redditi e rendiconti elettorali contengono molte informazioni sensibili. Che, giustamente, vengono coperte. Le censure sensate sono però accompagnate da una notevole quantità di informazioni fatte coprire arbitrariamente.

Schermata 2016-05-10 alle 11.10.30I casi più gravi sono forse i rendiconti elettorali in cui viene censurato tutto (o quasi tutto). In questi casi le omissioni compromettono il senso stesso del rendere pubbliche certe informazioni. Poi però ci sono i casi fantasiosi, vari, estrosi, in apparenza immotivati, quanto meno incomprensibili.

Ci sono quelli che coprono, in blocco, intere sezioni della dichiarazione. Per esempio il deputato Pd Andrea Giorgis copre tutto il campo auto nella sezione beni immobili (il riferimento è ai documenti 2013, che sono quelli iniziali, dunque completi, dell’attuale legislatura: per gli anni successivi non si compilano di nuovo tutti i moduli ma si dichiarano le sole variazioni). Lo stesso fa il deputato di Ap Antonio Marotta.

Poi c’è il caso del politico scrupoloso che allega i documenti catastali dei beni immobili di proprietà, ma poi copre completamente una mezza pagina di questi documenti. Ed è il caso del senatore Pd Mauro Del Barba.

Ci sono i vari che pecettano in blocco tutte le annotazioni accanto ai beni dichiarati, come fanno Giulio Tremonti (senatore di Gal), Rocco Crimi (deputato di Fi-Pdl), che copre del tutto i dettagli delle sette pagine di immobili dichiarati, e come fa anche Franco Vazio (deputato Pd).

Altri, come il senatore M5s Vincenzo Santangelo e il ministro Maurizio Martina, coprono solo alcuni dettagli. Nel caso di Santangelo in realtà le pecette appaiono più come “bianchettate” e coprono solo a tratti i dettagli riportati. Invece il ministro Martina sceglie di non divulgare la città in cui possiede l’immobile con pertinenza e copre il codice di riferimento dalla sua dichiarazione dei redditi. Anche il senatore di Aut-Psi Karl Zeller copre dettagli degli immobili che possiede, e in più alcuni li dichiara genericamente la plurale, senza specificarne le quantità (anche lui in buona compagnia).

Molto diffusa la pecetta selvaggia nella sezione dei beni mobili. Chissà perché per esempio la senatrice M5s Alessandra Bencini e le deputate Eleonora Cimbro (Pd) e Lorena Milanato (Fi-Pdl) fanno oscurare i cavalli fiscali delle automobili. Censurano invece il modello di auto di proprietà Rosa Maria Di Giorgi (senatrice Pd), Roberto Caon (del gruppo Misto alla camera), Daniela Valentini (senatrice Pd). Mentre Angelo Tofalo (deputato M5s) oscura il modello del motociclo.

Il senatore di Fi-Pdl Francesco Maria Amoruso copre invece i dettagli delle 392 azioni Enel spa che possiede.

Più “estrosi” gli interventi di censura del deputato Pd Andrea Romano: nei suoi documenti si trova una pecetta fuori dagli spazi (lasciati invece vuoti) per dichiarare i beni del coniuge (nella foto). Stessa cosa per Riccardo Nuti (M5s alla camera), la cui pecetta ricade invece fuori dalla casella in cui si dichiara lo stato civile. La deputata Pd Giovanna Martelli invece usa le pecette solo nei moduli in cui dichiara beni e proprietà di coniuge e figli, ma qui le pecette abbondano, persino sulle righe vuote.
I documenti ufficiali e relative informazioni degli attuali parlamentari e esponenti di governo sono consultabili sul sito di patrimoni trasparenti.

Per approfondire:

Leggi il MiniDossier Patrimoni trasparenti

Un pensiero su “Pecetta selvaggia. L’abbondanza di omissis nelle dichiarazioni patrimoniali dei parlamentari

  1. mArCo1928

    Paura di furti? Magari uno colleziona auto storiche per un valore di milioni di euro. Non si sa mai nella vita.

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