Enti pluricommissariati: quando il comune ci ricasca

Nelle regioni interessate, dal 2010 al 2014 circa 1 comune su 10 è stato commissariato. Il 7% di essi è stato sciolto due volte, quasi l’1% persino tre volte. In Campania gli enti locali sciolti più di una volta arrivano al 16%. Quando governare diventa impossibile.

I provvedimenti di scioglimento dei comuni italiani possono essere considerati indicatori dell’efficienza politica delle amministrazioni locali. Da nord a sud, ci permettono di capire quale sia il grado di stabilità politica dei governi comunali. Non sempre, infatti, portare a termine una consiliatura è un obiettivo alla portata di tutti.

Nel rapporto del ministero dell’interno, uscito a maggio e dedicato agli enti locali sciolti in Italia, si legge:

“Dal 1° gennaio 2010 al 31 dicembre 2014, sono stati sciolti in Italia n. 852 consigli comunali, che rappresentano l’11,5% del totale dei comuni interessati (7.090, per l’esclusione dei comuni delle regioni Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Sardegna, non interessate dal fenomeno), con una incidenza percentuale di popolazione pari al 25,5%.”

Includendo anche le regioni non interessate dal fenomeno, la percentuale dei comuni coinvolti scende al 2%.

Ma quello che forse colpisce di più sono i casi di ricorrenza. Dei 852 casi analizzati dal 2010 al 2014, il 7,3% dei comuni è stato sciolto più di una volta. Sono più di 60 le amministrazioni locali che nel giro di soli cinque anni sono passati sotto il controllo di un commissario straordinario più di una volta.

Qui ovviamente i dati regionali fanno la differenza, e infatti il fenomeno delle ricorrenze coinvolge “solo” 12 delle 20 regioni italiane. In Campania il 16,2% dei comuni commissariati è stato sciolto più di una volta nel giro di 5 anni e, in alcuni casi, persino 3 volte. Dato simile in Toscana, nelle Marche e in Calabria, dove le percentuali raggiungono rispettivamente il 12%, l’11,1% e il 10,8%.

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