Breve storia delle donne al governo della Repubblica

Nel 1948 la costituzione repubblicana estese alla maggioranza degli italiani, le donne, fino ad allora escluse, il diritto di accedere agli incarichi pubbliciSul piano formale la parità era sancita. Nella sostanza bisognerà attendere diversi decenni.

Abbiamo ricostruito la presenza delle donne negli esecutivi italiani dal ‘48 ad oggi. Nei primi trent’anni della Repubblica i consigli dei ministri furono composti interamente da uomini. Nel 1976 il presidente del consiglio Andreotti, nel suo terzo governo, nominò la prima ministra: Tina Anselmi, destinata al ministero del lavoro e della previdenza sociale.

 

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Il tabù di una donna nella stanza dei bottoni era stato scalfito, ma non ancora infranto. Nel 1979 il nuovo premier Francesco Cossiga chiuse, assieme alla stagione della solidarietà nazionale, l’esperienza delle donne al governo. Seguirono l’esempio i successori Forlani e Spadolini.

Tra il 1982 e il 1987, in quattro governi guidati alternativamente da Fanfani e Craxi, il ministero della pubblica istruzione venne diretto ininterrottamente da una donna, Franca Falcucci.

Con il governo De Mita (1988) per la prima volta furono due le ministre: Rosa Russo Iervolino (agli affari sociali) e Vincenza Bono Parrino (ai beni culturali).

La prima Repubblica si chiude con un primo record di presenza femminile (10,7% di donne nel governo Ciampi del 1993), ma si torna subito indietro e la seconda si apre con tutt’altro segno. Nei governi Berlusconi I e Dini (1994-’96) la quota scende attorno al 5%.

Nei successivi esecutivi di centrosinistra la percentuale raggiunge un picco del 22% nel governo D’Alema I, che è anche il primo esecutivo dove una donna, Rosa Russo Iervolino, è ministra dell’Interno. Tra il 2000 e il 2006 la presenza femminile al governo si contrae nettamente, prima con l’Amato II (15%) e poi Berlusconi II e III (8%).

Con il secondo governo di Prodi (2006) e il quarto di Berlusconi (2008) la quota di ministre risale fino ad avvicinarsi quarto del totale. L’avvento dei tecnici, nel 2011, abbassa nuovamente la percentuale, ma per la prima volta una donna diventa ministra della giustizia (Paola Severino).

Nel 2013 è stato eletto il parlamento con più donne della storia repubblicana, e anche la presenza di donne negli esecutivi ha registrato un’impennata. Nel breve esecutivo di Enrico Letta (2013) le donne ricoprono quasi un terzo dei ministeri. Con quello di Renzi, all’atto dell’insediamento, per la prima volta la metà dei ministri è donna.

 

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