Governi Ue, donne escluse dai ruoli economici

ministeri non sono tutti uguali. Cambiano (e molto) i budget a disposizione, il prestigio, la visibilità. Nei governi europei le donne sono spesso destinate alle deleghe tradizionalmente associate alla famiglia, alla casa, alla cura della persona. Mentre sono escluse, o quasi, dai ruoli economici.

In sostanza, più è importante la delega e minore è la presenza femminile . La cosiddetta segregazione orizzontale – che confina le donne nel recinto delle attività ritenute tipicamente femminili –  si esprime a tutti i livelli sociali e di potere. Così nei governi europei le ministre sono spesso confinate nell’ambito sociale e assistenziale.

 

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I dicasteri che si occupano di lavoro e affari sociali sono gli unici distribuiti in modo paritario. Per il resto, le ministre arrivano al 43% per le deleghe relative a famiglia, giovani, anziani e sport. Cultura e educazione al terzo posto (40% di donne), seguiti dalla salute (37%).

Ma è nei ministeri di maggior peso, quelli che definiscono la linea politica di un esecutivo, che la presenza femminile si riduce drasticamente.

Tra i ministri della difesa europei, solo il 14% è una donna . Dei 28 ministri degli esteri dell’Unione, solo 2 sono donne (7%) .

Colpisce l’esclusione femminile dagli incarichi economici. Tra i ministri che si occupano di sviluppo economico e tecnologie le donne sono il 25%. Pochissime occupano la carica di ministro delle finanze (3 su 28, l’11% circa). Nessuna donna è ministra dell’economia.

Anche dopo la crisi, l’economia dell’Unione europea è rimasta in mani saldamente maschili .

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