Servizi pubblici, dove costano di più?

Da nord a sud, in media nella grandi città italiane ogni cittadino spende €120 all’anno per pagare i servizi pubblici. La più cara è Milano con oltre €450 pro capite, a seguire Firenze (€234) e Bologna (€142). In fondo alla classifica Palermo, Catania e Messina. 

Uno degli elementi più importanti con cui i cittadini giudicano l’operato del proprio sindaco, è la qualità dei servizi pubblici offerti. Un elemento soggettivo, su cui può essere complicato fare delle analisi. Grazie a openbilanci però possiamo quantificare l’aspetto economico della questione. Quanto spende all’anno il cittadino medio per pagare i servizi pubblici della sua città?

Parliamo della categoria 1 delle entrate extratributarie. E’ la sommatoria di tutti i proventi che l’ente comunale realizza grazie all’erogazione di servizi pubblici ai cittadini, i quali pagano una tariffa per usufruirne. Includono, ad esempio, i proventi ricavati dalla vendita dei biglietti per il trasporto urbano, dalle mense scolastiche, dalle piscine o altri impianti sportivi comunali, manifestazioni turistiche, asili nidi, servizi sociali di assistenza.

Fra le 15 città più popolose d’Italia, la più cara è Milano che nel 2013, ultimo anno di rilevazione, incassava €450 pro capite in servizi pubblici. Dietro, ma sempre sul podio, Firenze (€234) e Bologna (€142). Ultime tre: Palermo (€43,64), Catania (€41,26) e Messina (€36,97). Nei grandi comuni italiani il dato annuale medio è di €120 pro capite.

Per approfondimenti:

 

4 pensieri su “Servizi pubblici, dove costano di più?

  1. Vincenzo

    I dati non hanno niente a che vedere con la realtà, mi stupisco che chi li ha messi insieme non si sia fatto qualche domanda.
    I numeri riportati per Roma, tanto per fare un esempio, non coprono neanche la metà della tassa annuale sui rifiuti. Un “normale” residente, per dirne un’altra, con 99 euro paga 3 mesi di abbonamento ai mezzi pubblici.
    Spero facciate delle verifiche prima di diffondere il tutto.

    1. zit88

      Probabilmente il dato si riferisce a “quanto viene speso” realmente, quindi può essere ad esempio indice del fatto che il trasporto pubblico è molto poco utilizzato (o molto evaso?). In questo senso usare termini come “la più cara” è effettivamente un po’ fuori contesto.

      1. Vincenzo

        Esatto, e aggiungo che anche considerandolo solo un dato di spesa del cittadino, senza il dovuto controvalore, ovvero la spesa degli Enti Pubblici per l’erogazione degli stessi servizi, il dato resta comunque poco indicativo. Perché se poi l’Ente spende uno sproposito per erogare un servizio, i soldi magari non vanno nella tariffa ma in ritenute o addizionali (come infatti succede nel Lazio, dove stiamo pagando via Irpef gli sprechi della sanità).

        1. openpolis

          La piattaforma mostra quant’è l’incasso pro capite dei singoli comuni nell’erogazione dei servizi pubblici. E’ evidente che si possono fare tante considerazioni laterali sul tema. Qui ci si limita a riportare una parte della questione.

I commenti sono chiusi.