Quel che conta sapere sui redditi dei politici

Oltre il 70% dei politici italiani non pubblica la propria dichiarazione dei redditi in versione integrale. Invece è un documento che contiene diverse informazione potenzialmente di interesse pubblico.

Le informazioni complete ci sono, vengono depositate, ma per la legge è sufficiente che se ne diffonda solo la sintesi. Per l’esattezza il quadro di riepilogo. Per questo motivo è possibile vedere la dichiarazione dei redditi in versione integrale solo di una minoranza di politici nazionali. Quel 28% che ha scelto di diffondere il 730 o l’Unico in tutte le sue parti. Per tutti gli altri non si hanno dettagli sulle voci che concorrono a formare la cifra lorda riportata nei quadri di sintesi, il riepilogo del 730 o il quadro RN dell’Unico persone fisiche.  

Ma se sapere quanto guadagna il singolo politico è già di per se un’informazione rilevante, non è tuttavia né esaustiva né efficace. L’informazione davvero importante è quanto di quel reddito è determinato da uno o più incarichi pubblici, quali e quante altre attività vengono svolte in contemporanea con la carica pubblica, dunque in “concorrenza” con il tempo, le energie e l’attenzione richiesti dall’attività politica. Queste informazioni, almeno in parte, sono desumibili dalla versione integrale della dichiarazione dei redditi.

Certo si potrebbe fare maggiore chiarezza se ogni politico dichiarasse quali sono i compensi che percepisce per il proprio incarico, se cumula altri incarichi pubblici. In effetti si tratta di quanto richiede l’articolo 14 del decreto trasparenza (dl 33 del 14 marzo 2013) a tutti i titolari di incarichi politici, anche non elettivi e anche a livello locale, oltre che nazionale e regionale. Richieste finora rimaste lettera morta per i parlamentari, anche se tendenzialmente più soddisfatte da ministri e sottosegretari.

Inoltre, dai vari quadri della dichiarazione dei redditi, si può ricostruire quali interessi (per esempio societari, o per settore di attività) un politico può avere più a cuore rispetto ad altri, e annusare così possibili conflitti tra gli interessi personali e quelli esercitati dalla carica pubblica. Dal modello integrale è anche possibile sapere se si possiedono beni all’estero, se si è titolari di redditi o attività estere, plusvalenze di natura finanziaria o se si percepiscono pensioni. E ancora: l’entità del patrimonio immobiliare – di cui si può avere una misura attraverso le rendite catastali – e l’uso che se ne fa, descritto in parte dai codici con cui si comunicano al fisco le destinazioni d’uso.  

Ci sono anche informazioni che sulla dichiarazione dei redditi non sono presenti, per esempio le ubicazioni dei terreni di proprietà, la loro estensione, le categorie catastali degli immobili o altri tipi di beni di proprietà, per esempio i mezzi di trasporto. Ragione per cui è importante avere tutti i moduli della dichiarazione patrimoniale, che i singoli dichiaranti possono corredare di note e precisazioni.

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