Italia premiata per parità di genere nel Governo, le donne sono però solo il 27%

“Parità di genere raggiunta”, così esulta la sottosegretaria De Micheli che in rappresentanza del Governo italiano ritira il premio al summit “Women in Parliaments” di Addis Abeba. Ma nell’Esecutivo guidato da Renzi le donne sono solo 16 su 59 (27%).

Il Governo italiano attraverso un comunicato ufficiale ha fieramente reso noto di essere stato premiato perché nella sua composizione è stato rispettato l’equilibrio di genere.

Il riconoscimento internazionale è stato conferito nel corso del summit “Women in Parliaments” organizzato da Unione Africana, Unione Europea, OCSE, Nazioni Unite e la Banca Mondiale.

Peccato che i conti non tornino. Dopo le dimissioni di Lupi, l’Esecutivo risulta composto da 59 membri di cui le donne sono solo 16 ovvero il 27%.

Su questa questione, la campagna di comunicazione promossa da Renzi prima ancora del suo insediamento “nel mio Governo ci saranno metà donne” aveva da subito creato confusione. Anche per questo avevamo fatto una approfondimento specifico nel MiniDossier “Gender Equality fra politica, imprese e lavoro”.

Infatti il Governo nel suo complesso non è stato formato lo stesso giorno, ma si è proceduto a nomine successive per i diverse livelli. Prima i Ministri, poi i ViceMinistri e infine i sottosegretari. Se a questo aggiungiamo gli avvicendamenti avvenuti in corso, evidenziamo come l’iniziale parità di genere sia stata subito abbandonata per arrivare ad oggi ad un dato ben lontano: 27%.

Il grafico è pubblicato a pagina 11 del MiniDossier 3/2015 "Gender Equality fra Politica, Imprese e Lavoro". I dati non tengono conto delle dimissioni di Lupi avvenuta dopo, ma al tempo stesso con computavano il Premier Renzi essendo un focus solo sulle nomine successive.

Il grafico è pubblicato a pagina 11 del MiniDossier 3/2015 “Gender Equality fra Politica, Imprese e Lavoro”. I dati non tengono conto delle dimissioni di Lupi avvenute dopo, ma al tempo stesso con computavano il Premier Renzi essendo un focus solo sulle nomine successive. Pertanto la percentuale di donne presenti nel Governo italiano è ancora al 26 Marzo 2015 del 27%.

Quindi se la promessa di Renzi rientra evidentemente fra gli impegni non mantenuti, la sottosegretaria Paola De Micheli (Pd) che ritirando il premio orgogliosamente ribadisce “una parità di genere raggiunta dopo una lunga storia di battaglie in nome delle donne in politica” ancora più evidentemente scade nella mistificazione.

Tanto più in considerazione di come il riconoscimento dato all’Italia sia stato ingigantito dalla nota del Governo. Nella scheda del rapporto dedicata al nostro Paese – nella parte dedicata alla politica – viene “apprezzato lo sforzo” e registrato come le ministre con portafoglio siano il 30%.

La ricerca – che in verità si basa su dati raccolti al 1 Gennaio 2014 prendendo quindi in considerazione per l’Italia il Governo Letta – ha il merito di andare oltre il conteggio dei ministeri soppesandoli (distinguendo quelli con portafoglio da quelli senza).

Utilizzando lo stesso metodo, possiamo vedere come con il susseguirsi degli eventi riportati nel grafico sopra, la presenza di donne nel Governo Renzi non sia solo diminuita ma abbia perso enormemente peso a seguito dell’avvicendamento fra Mogherini e Gentiloni alla Farnesina.

Quindi l’enfasi usata dalla rappresentante italiana è veramente sbagliata non solo per il contenuto visto che siamo ancora lontani dalla parità di genere ma sopratutto per il contesto.

Nella nota ufficiale del Governo non vi è un accenno a nessuno dei temi del summit internazionale – donne, democrazia, sviluppo, educazione, lavoro, ricerca – ma è tutto proiettato sul fatto di “riportare a casa un premio” ingigantendone poi il significato.

Con o senza riconoscimento che Italia piccola e provinciale viene portata in giro nel Mondo.

 

Per approfondimenti: