Pubblicato il MiniDossier “Il Governo al tempo della crisi”

Il primo anno del Governo Renzi è l’occasione per un’analisi comparata sulla composizione e le attività degli Esecutivi Berlusconi, Monti, Letta e Renzi. Quali le priorità, quante le leggi, le variazioni nella maggioranza e il rapporto con il Parlamento.

Equilibri istituzionali. La transizione verso la “Terza Repubblica” è avviata su un percorso ancora non ben definito ma con alcune certezze. La principale non è che l’armonizzare da un punto di vista normativo ciò che è già prassi: il conferimento al Governo di maggiori poteri.

Rapporto Governo-Parlamento. Prova della centralità del Governo nel sistema politico italiano è la sua enorme capacità di determinare il processo di formazione delle leggi. Trattandosi di uno spostamento di potere, ovviamente, vi è chi ha subito la diminuzione delle proprie capacità, ed è il Parlamento.

Processo Legislativo. Lo si evince da diverse analisi: Iniziativa (80% delle leggi di iniziativa del Governo – 20% di iniziativa del Parlamento), % successo (il 30% delle proposte del Governo diventa legge mentre neanche l’1% del Parlamento), tempi (mediamente una proposta del Governo diviene legge in 112 giorni mentre una del Parlamento in 337).

Voto di fiducia. A tal fine è stato sempre maggiore il ricorso al voto di fiducia. Non solo sui provvedimenti particolarmente dibattuti ma anche come metodo consolidato per compattare la maggioranza e restringere il dibattito d’Aula. Il rapporto fra leggi approvate e fiducie richieste ha raggiunto nuove vette con gli esecutivi Monti e Renzi, entrambi intorno al 45%.

Interrogato non risponde. Compito del Parlamento è anche quello di vigilare sull’attività del Governo, operazione che svolge perlopiù attraverso la presentazione di interrogazioni e interpellanze. Le risposte che riceve però sono bassissime, in totale viene data attenzione solo al 35% dei quesiti, con la percentuale che tocca il punto più basso con il Governo Renzi, sotto il 25%.

Agenda politica. Uno degli elementi più interessanti di confronto fra i diversi Governi è rappresentato dalle diverse priorità che hanno dato ai lavori parlamentari. Lavoro con Renzi (approvazione Jobs Act), il dibattito legato a province ed enti locali con Letta e il focus su imprese e efficienza della Pubblica Amministrazione con Monti, sono solamente alcuni esempi.

Più trasparenza.  Speriamo presto di poter arricchire i nostri approfondimenti con ulteriori dati ora non pubblici. Quasi inesistenti sono le informazioni sull’andamento del Consiglio dei Ministri e sull’emanazione dei decreti attuativi necessari per l’entrata in vigore delle leggi pubblicate in Gazzetta.

MiniDossier Openpolis. “Il Governo al tempo della crisi” è il numero 2/2015 della collana di approfondimento MiniDossier. L’impostazione di data journalism prevede la verifica, l’analisi e la comparazione dei dati provenienti da fonti ufficiali per fare emergere notizie e proporre un altro punto di vista. Anche per dare continuità a questo lavoro durante l’anno è fondamentale sostenere openpolis attraverso la campagna di adesione.

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12 pensieri su “Pubblicato il MiniDossier “Il Governo al tempo della crisi”

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  7. katia

    abbiamo davvero toccato il fondo e raggiunto il momento più basso della Repubblica se di Repubblica possiamo ancora parlare. La scuola pubblica sarà distrutta se non fermiamo lo scempio che si nasconda dietro i tagli reali di una finta riforma che vuole in realtà eliminare un numero spropositato di insegnanti e dare pieni poteri al Preside e ai privati che detteranno legge nella scuola che diventerà privata.

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  12. Stefano Carboni

    Appare ancora più evidente come il tema della velocizzazione del l’iter legislativo come motivo principale delle riforma istituzionali per l’abolizione del bicameralismo perfetto sia una chiara mistificazione della realtà.
    Se a questo si aggiunge il fatto che ridurre da 350 a 100 il numero dei senatori e l’abolizione del loro compenso ridurrà i costi annuali del Senato solo di un 10% circa (si passerà dagli attuali 540 milioni di euro l’anno a poco meno di 500 …. la Camera costa circa il doppio) ci si chiede quale sia la vera “ratio” di queste riforme, dal momento che le 2 principali motivazioni della maggioranza si dimostrano, ad una analisi che si discosta appena un attimo dal conformismo imperante, entrambe macroscopicamente false.
    …. è questo mentre le priorità della gente, disoccupazione, tassazione, povertà, non vengono considerate dal governo e dalla politica come le vere urgenze alle quali trovare soluzioni.
    In Grecia dal 2008 esiste un parlamento unicamerale ed una legge elettorale con sbarramento al 3% e premio di maggioranza del 16% dei seggi al partito che ottiene più voti, ma questo col benessere della nazione non sembra avere alcuna relazione …..o in Italia sarà diverso ?!?

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