Saltamartini, il primo strappo in Ncd dopo l’elezione di Mattarella

L’elezione del successore di Napolitano poteva rappresentare per Alfano una possibilità di ricompattare il centro-destra. Dopo una prima alleanza con Forza Italia, Ncd ha finito per votare con il Pd. In risposta, Barbara Saltamartini ha lasciato il gruppo.

La corsa per il Quirinale ha portato all’elezione al quarto scrutinio del successore di Giorgio Napolitano. Sergio Mattarella è così diventato il dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana. L’ex giudice della Corte Costituzionale era il nome forte del Partito Democratico, unico candidato sostenuto dal Premier Renzi.

Il centro-destra dal canto suo, aveva cercato in qualche modo di ricompattarsi, riformando la vecchia alleanza fra Angelino Alfano e Silvio Berlusconi. Ma come ben noto, le seconde nozze sono durate ben poco, con il Nuovo Centrodestra che al quarto scrutino ha deciso di seguire la linea di Governo.

Scelta politica importante, con le naturali reazioni da parte dei membri di Ncd, una fra tutte l’uscita dal gruppo parlamentare dell’Onorevole Barbara Saltamartini:

“Il partito, accettando di subire il metodo Renzi sul Colle, si è comportato come un cespuglio di centro del governo, non come l’embrione di un progetto alternativo. Io non dico che si dovevano fare le barricate, ma che si doveva individuare un metodo e quindi un nome condiviso, comune: con noi, con Forza Italia, insomma, col Parlamento, non solo col Pd e Sel.”

Una rottura netta, che è costata la seconda defezione per il gruppo Ncd-Udc alla Camera, dopo il ritorno dell’Onorevole Giorgetti in Forza Italia. ll cosiddetto “metodo Renzi” non è andato giù all’Onorevole Saltamartini facendo scattare il 116° cambio di gruppo alla Camera, per un totale di 93 Deputati. Al Senato i numeri parlano di 83 Senatori che hanno totalizzato 109 cambi, per un totale fra Palazzo Madama e Montecitorio di 225 cambi che hanno coinvolto 176 parlamentari.

Barbara Saltamartini è alla sua seconda Legislatura, ad oggi ha totalizzato 50,6 punti nell’indice di produttività parlamentare, classificandosi al 326° posto su 630 Deputati. Assente al 34% delle votazioni elettroniche, sopra alla media di Montecitorio che è ferma al 20%.

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