Riforma del regolamento della Camera: pretesti per negare trasparenza

Nonostante l’adesione di 293 Deputati le richieste della campagna ParlamentoCasadiVetro non sono state accolte. Voto elettronico e resoconto integrale per le commissioni non rientrano nel testo preparato in giunta dai relatori. Si può rimediare approvando emendamenti.

Da inizio Legislatura la giunta per il regolamento della Camera sta discutendo su come migliorare procedure e meccanismi delle attività di Montecitorio.

A tal fine sono state presentate dai Deputati ben 9 proposte di riforma, tra cui anche quella elaborata dalla campagna ParlamentoCasadiVetro per rendere le commissioni parlamentari trasparenti attraverso l’introduzione del voto elettronico e del resoconto integrale.

Nelle 12 sedute fin qui svolte, attraverso sopratutto al lavoro dei relatori, i membri della giunta hanno definito un testo unico di riforma del regolamento che purtroppo non comprende le nostre richieste.

La giunta sarà convocata nuovamente il 15 Novembre ed entro quella data i Deputati possono presentare emendamenti e sub emendamenti che andranno poi in discussione e votazione.

Dei 293 onorevoli che hanno aderito a ParlamentoCasadiVetro, c’è chi da membro della giunta già si è mosso:

Emendamento Catania (SC) 49.1 per il voto elettronico:

All’articolo 49, sostituire il comma 1-quater con il seguente:
1-quater. La votazione degli articoli e la votazione finale delle leggi avviene in Assemblea a scrutinio palese, salvo i casi previsti dal comma 1, mediante procedimento elettronico con registrazione dei nomi. Il predetto sistema si applica inoltre alla votazione degli articoli ed alla votazione finale delle leggi nelle Commissioni, a decorrere dalla introduzione delle necessarie apparecchiature nei locali delle Commissioni medesime.

Emendamento Toninelli (M5S) 49.4 per il voto elettronico:

All’articolo 49, comma 1-quater, sostituire le parole: La votazione finale delle leggi avviene a scrutinio palese con le seguenti: La votazione degli articoli e la votazione finale delle leggi avviene in Assemblea e in Commissione a scrutinio palese.

Emendamento Catania (SC) 65.1 per il resoconto integrale:

 All’articolo 65, comma 1, lettera a), sopprimere la parola: sommari.

Emendamento Toninelli (M5S) 65.8 per il resoconto integrale:

All’articolo 65, comma 1, lettera a), sostituire la parola: sommari con la seguente: stenografici.

Pertanto è fondamentale che chi ha finora contribuito e aderito alla campagna, in primis gli stessi Deputati, si impegni attivamente per l’approvazione degli emendamenti. In questo modo, il testo che arriverebbe in Aula non necessiterebbe di modifiche (cosa a quel punto non facilmente ottenibile).

Ma perché la le proposte di ParlamentoCasadiVetro vengono avversate? Nell’ultima seduta della Giunta per il Regolamento sono state palesate due obiezioni alla trasparenza delle commissioni. Rispondiamo ad entrambe.

Alcuni intravedono il pericolo che se fossero pubbliche le attività nelle commissioni, queste si trasformerebbero in un palcoscenico dove non sarebbe più possibile discutere e trovare accordi.

Sono preoccupazioni perlopiù legate all’ipotesi di riprese audio/video in presenza delle quali alcuni parlamentari potrebbero ricercare una certa spettacolarizzazione della politica.

Diciamo subito che fra gli elementi che vorremmo introdurre non sono presenti le dirette streaming ma il volo elettronico e il resoconto integrale che permettono di strutturare dati per creare informazioni a vantaggio dei cittadini e non empatia con i telespettatori.

Su questo punto, inoltre evidenziamo il comportamento corretto del M5S, che ha da sempre come cavallo di battaglia la diretta streaming e i cui Deputati hanno aderito tutti a ParlamentoCasadiVetro, nel non legare fra loro le due questioni trattandole invece separatamente anche attraverso la presentazione di emendamenti distinti.

In seconda battuta, poi, altri intravedono il pericolo che l’introduzione di termini di trasparenza possa far sembrare “più digeribile” una riforma complessiva del regolamento della Camera molto dibattuta sopratutto per quanto riguarda il rapporto Governo-Parlamento e la dinamica Maggioranza-Opposizione.

A dubbi di questo tipo rispondiamo che dentro una revisione generale delle regole logica vorrebbe che si avversassero le disposizioni non condivise e non quelle meritevoli.

Ad ogni modo, la nostra campagna non vuole entrare nella partita più grande delle riforme istituzionali, pertanto saremmo anche favorevoli che il tema della trasparenza fosse trattato separatamente come del resto avveniva nel testo da noi preparato.

Se le perplessità sono tutte queste pensiamo di averle fugate, qualora invece ce ne fossero altre non riportabili nei resoconti ufficiali della Camera sarebbe un’ulteriore conferma della necessità di trasparenza delle Istituzioni.

 

Per approfondimenti:

 

2 pensieri su “Riforma del regolamento della Camera: pretesti per negare trasparenza

  1. FABRIZIO DALLA VILLA

    Questo parlamento di nominati dai partiti non mi piace. Spero vadano a casa tutti presto!

  2. Andrea

    Sarebbe molto utile mettere in piedi una campagna mediatica in cui vengano esplicitai i nomi di quei Parlamentari che hanno aderito alla campagna PCdV ma che poi non sottoscriveranno gli emendamenti sopracitati. Queste persone dovrebbero essere screditate davanti a tutti a causa della loro incoerenza.

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