Riforma del Senato: come funziona nel resto del mondo?

Tutti i paesi del G8 hanno due camere, 30 tra i 40 paesi più popolati al mondo sono bicamerali.  Solo in quattro paesi europei il Senato è eletto direttamente dai cittadini.

Tra le tante riforme promesse da Renzi, quella del Senato sarà certamente la più difficile e importante. Un livello di difficoltà che dipende innanzitutto dall’iter molto complesso, come quello di un ddl costituzionale, e soprattutto per il grosso cambiamento culturale e politico che apporterebbe al nostro paese.

Per cercare di capire meglio il contesto europeo e internazionale, abbiamo fatto le pulci a due dossier pubblicati dal Senato sul tema, uno sui paesi extraeuropei, l’altro su quelli del vecchio continente.

Il sistema bicamerale sembra senza ombra di dubbio essere quello più diffuso al mondo. Basta pensare che 15 paesi del G20 lo adottano, e in generale 4 miliardi di persone al mondo sono rappresentati da due aule parlamentari. Al livello dell’Unione Europea, il 64% degli Stati Membri ha un Parlamento bicamerale.

Al di là dell’esserci o meno un sistema bicamerale, è importante soffermarsi su altri due aspetti determinanti dell’assetto politico: come la Camera Alta viene eletta, e quali poteri le vengono assegnati.

In Europa, per esempio, sono solo quattro gli Stati, oltre all’Italia, in cui i membri del Senato vengono eletti direttamente: Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Svizzera. Elezione diretta non vuole necessariamente dire avere un sistema perfettamente bicamerale. Solamente in Svizzera infatti, come negli Stati Uniti, le due Camera hanno lo stessa importanza e poteri simili.

Dallo studio del Senato infatti emerge che raramente si instaura tra l’Alta Camera e l’Esecutivo un rapporto di fiducia e che generalmente stiamo parlando di istituzione che sono espressione delle entità territoriali.

 

Bicamerale vs. Monocamerale

Per approfondimenti:

Un pensiero su “Riforma del Senato: come funziona nel resto del mondo?

  1. Vittorio Vinci

    Noi pensiamo che è tempo di considerare il problema dell’AMNISTIA che oltre a significare rispetto dei diritti umani, significherebbe notevole alleggerimento di numerosissimi processi pendenti (e quindi risparmi di milioni di euro per lo Stato), ma soprattutto verrebbe salvaguardata la posizione del nostro Paese nei confronti dell’Unione Europea, che è pronta ad infliggere all’Italia una pesantissima sanzione pecuniaria per la situazione carceraria che vige tutt’ora. Che ne pensate ?? Non è ora di considerare l’appello del nostro Presidente Napolitano al riguardo ??
    Vittorio Vinci e i suoi sostenitori

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