E’ emersa in Italia negli ultimi anni la domanda per una sempre maggiore disponibilità di dati pubblici per favorire la trasparenza, l’informazione, la concorrenza, nuovi servizi e nuove possibilità di mercato. Dati aperti o open data è la parola d’ordine, per la quale anche noi ci battiamo da tempo. Ma pubblicare dati in formato aperto costa del tempo e delle risorse – anche se non ingenti – e allora in tempi di finanze pubbliche tragicamente scarse, abbiamo condiviso la necessità di avviare un ragionamento collettivo per definire quali categorie di dati sono da considerare più importanti e urgenti, quelle da cui si debba partire per prime.
Così, da uno dei gruppi di lavoro sorti per promuovere quest’anno anche in italia l’International Open Data Day, è nata l’iniziativa di questa indagine per raccogliere le preferenze di addetti ai lavori e non, amministratori, giornalisti, imprese, associazioni e cittadini in modo, poi, da contribuire a rivolgere alle Pubbliche Amministrazioni richieste di dati aperti più condivise e motivate.
Vorrei essere aggiornato sulle ultime sentenze dei casi di mobbing, e sullo stato di avanzamento dell’iter Parlamentare sui tempi di approvazione della legge che persegua penalmente chi fa mobbing. Grazie