Dati aperti italiani: scegliamo le priorità?

L’Internet Governance Forum Italia 2012 ha riunito dal istituzioni, esperti e rappresentanti della società civile dal 18 al 20 ottobre a Torino per discutere delle infrastutture delle Rete e dei divari digitali (tecnologici e culturali) in Italia,di strumenti e esperienze di e-Government, di Internet e imprenditorialità e di molti altri temi connessi, tutti accompagnati da osservazioni e commenti relativi al recente decreto legge sulla cosiddetta Agenda Digitale.

Abbiamo portato la nostra esperienza di ri-utilizzatori di dati pubblici nella sessione su “Open Data” dove si è tracciato il punto della situazione all’apertura dei dati pubblici in Italia e i rischi che fronteggiamo nei prossimi mesi per far si che la visibilità sul tema della trasparenza e dell’apertura dei dati pubblici, che nelle norme e del dibattito politico sembra aver finalmente acquisito visibilità e riconoscimento, inizi a produrre durevoli risultati.

Rispetto a solo qualche anno fa, quando il progetto OpenPolis è partito e non poteva fare altro che “liberare” i dati pubblici con la tecnica del furto con scasso, di passi avanti se ne sono fatti eccome. Ma la casualità dei data set oggi aperti sui siti delle amministrazioni locali e centrali e l’elevata presenza di statistiche aggregate e aggiornate annualmente invece che di dati grezzi e “vivi” (aggiornati in tempo reale), mostrano come sia assente una riflessione sulla scala delle priorità, come non vi sia una visione o una vera scelta sulla direzione in cui concentrare gli sforzi. Le communities d’altra parte chiedono “raw data now” senza esprimere sufficientemente una domanda di merito su quali siano gli obiettivi da raggiungere.

Open data è infatti uno strumento, una metodologia, non un fine in sé!

E non basta un decreto per fare un’amministrazione aperta….